Uno dei temi più importanti della Rimini di oggi è sicuramente la mobilità, segmento fondamentale del rinnovamento del prodotto turistico che dagli anni Ottanta tiene banco nella cronaca locale. Per questo riprendo un mio precedente post che riguarda la mobilità e il TRC, tratto dal forum Skyscrapercity:
TRC E MOBILITÀ
Uno dei temi principe dei prossimi anni
sarà la mobilità, il più importante, secondo me, per una corretta
pianificazione territoriale, oggi non più assicurata dal PRG, ma da
RUE, PSC e Piano Strategico Masterplan.
Il TRC (Trasporto Rapido Costiero) è
la più importante opera di mobilità attualmente in corso di
realizzazione: si tratta di una linea filoviaria in sede protetta
esercita con mezzi a guida ottica non vincolata, che permettono un
efficace accosto alle banchine, azzerando il gap di spazio e di
altezza tra banchina e mezzo, che causa tanti problemi soprattutto ad
anziani e disabili. Il mezzo è ovviamente a piano ribassato. Il
filosnodato scelto in origine, il Phileas (a guida vincolata a terra
con magnetini per l'accosto), prodotto dalla olandese APTS, è stato
sostituito a causa del fallimento dell'azienda, che ha provocato un
buco nero di 2,4mln nel bilancio di AM, che sta costruendo l'opera,
poichè uno di questi filobus BusRapidTransit (BRT), è già stato
interamente pagato, ma non verrà mai consegnato. A sostituire
l'ormai superato Phileas pare sia il Solaris Trollino 18 Metrostyle,
che, al posto dei magnetini, usa un sensore, posto sia sul bordo
della banchina sia all'interno del mezzo per l'accosto (non fuori dal
filosnodato come nel fallimentare Civis bolognese). La guida è a
sinistra (come nel Phileas), mentre nel Civis è al centro.
Dopo queste caratteristiche tecniche,
passo ad evidenziare le innovazioni che porta al trasporto pubblico
riminese. Attualmente, per coprire la distanza fra Rimini e Riccione
(oggetto del 1° stralcio del TRC), si usa la filovia che percorre la
strada litoranea, che d'estate si trasforma in un vero inferno di
traffico: il tempo base di percorrenza è di 45 minuti, ma nelle ore
di punta dell'altissima stagione si viene ad accumulare a volte anche
un ritardo di 40 minuti sul normale orario. L'impiego di corse bis è
molto alto e ciò va ad inficiare la disponibilità di bus sulle
altre linee. Con l'introduzione del TRC, che viaggia in corsia
protetta, sarà possibile abbattere i tempi di percorrenza da 45
minuti a 23 minuti, senza bisogno di corse bis e senza affrontare il
traffico. La frequenza del mezzo sarà di uno ogni 7,5 minuti.
Il TRC, partendo dalla stazione di
Rimini FS, raggiunge in parallelo alla ferrovia Adriatica la stazione
di Riccione FS. La creazione di una strada protetta ha comportato
numerosi espropri (soprattutto nell'area periferica più urbanizzata
di Rimini, nelle sottostazioni turistiche di Bellariva, Marebello,
Rivazzurra e Miramare) e, come immaginabile, le proteste sono
fioccate. Ora che il metrò di costa (termine assai improprio, ma
ormai universalmente riconosciuto) si è fatto strada, sono
cominciati i cantieri per la realizzazione della corsia e delle varie
fermate intermedie (15 oltre ai due capolinea). A Riccione, la
situazione è abbastanza complicata, perché il sindaco di
centrodestra Renata Tosi, eletta nel 2014 e paladina della lotta
all'opera, sta ostacolando in ogni modo l'avanzamento del cantiere,
non rilasciando le opportune ordinanze di modifica del traffico per
la prosecuzione del cantiere, nonostante il comune avesse firmato con
le precedenti giunte di centrosinistra un Accordo di Programma con
AM, Regione, Provincia, Comuni di Rimini, Misano Adriatico e
Cattolica, che prevedeva, tra le altre cose, il tempestivo rilascio
delle ordinanze per la messa del cantiere. L'autodifesa del sindaco
riccionese sta ormai raggiungendo livelli di demagogia pura:
l'avversione ad AM è giustificata dalla lotta ad un opera "di
sinistra" e dal campanilismo elettorale con Rimini (il cui
sindaco, Andrea Gnassi, è del PD). Tutte le occasioni sono ormai
buone per mettere il bastone tra le ruote (assemblea di AM, dove il
primo cittadino della Perla Verde ha pensato bene di criticare
Agenzia Mobilità per quel buco di bilancio di 2,4mln che in realtà
è tutta colpa della APTS e che secondo la Tosi è indice del cattivo
modus operandi di Agenzia, che "ha il pareggio di bilancio nello
statuto", oppure al Tavolo di Coordinamento del TRC, dove, per
l'ostruzionismo ripetuto ed ingiustificato, è stata sostituita da un
commissario ad acta, o ancora al TAR, dove sono stati presentati
decine di ricorsi per fermare l'opera, tutti infine rigettati).
Il mio personale parere sul TRC è che
sia un'opera non ben strutturata: la prima idea l'ha avuta negli anni
Ottanta il mitico Direttore dell'ATAM Ing. Ercole Fabbri, che però
aveva pensato ad un vero servizio metropolitano (come quello di Roma,
ma di superficie). Poi si è deciso di realizzare un mezzo su gomma
in corsia protetta, scelta figlia delle residue spinte
cementificatrici degli anni Novanta. Sarebbe stato meglio creare una
sorta di SFM riminese (oltretutto più veloce e più efficace)... ma
ormai il cantiere è partito e non si può più fermare (al contrario
di quello che pensa Tosi!!!).
Parliamo ora delle conseguenze in
termini di mobilità interna, partendo in primis dalla mobilità
dolce. In questi ultimi tempi, a Rimini, la Giunta ha fatto un deciso
passo in avanti verso la creazione di un'efficace rete di piste
ciclabili, partendo dai dati poco edificanti emessi da un recente
rapporto: per andare al lavoro solo l'8,4% dei riminesi usa la bici,
mentre l'autobus (o il filobus) viene utilizzato appena dall'11,3%
dei cittadini. L'automobile resta la padrona incontrastata delle
classifiche anche per gli spostamenti sotto ai 2,5km. Dunque, la
Giunta si è attivata e ha messo a bilancio, appaltato e realizzato
la pista ciclabile, recentemente inaugurata, tra il Porto e
Rivabella. Tra poco, verrà realizzato anche il primo chilometro
della cosiddetta "Bicipolitana" o "Ciclopolitana"
riminese, dal Porto sino a Via Matteotti, per poi proseguire sino al
centro storico con l'arrivo in Piazzetta Ducale (presto
riqualificata), sul retro del Museo Civico. Il progetto di piste
ciclabili capillari che dovrebbero collegare tutti i principali
luoghi della città e "cucire" le periferie con il centro è
denominato "Anello verde" ed è previsto dal Masterplan
approvato nel 2011. Il primo intervento, sotto l'egida dell'ex
Assessore all'Ambiente Visintin, è stata la lunga pista ciclabile
sul lungomare, da Miramare al Porto. Ben venga dunque questo
proseguimento, che apre lo scenario del lungomare Nord (Rivabella,
Viserba, Viserbella e Torre Pedrera). Ben venga anche l'aumento della
tariffa oraria delle strisce blu, se questo contribuirà a far
lasciare in garage la macchina a più riminesi (è ben strano che
questo le opposizioni in Consiglio non lo capiscano).
All'interessante progetto delle piste ciclabili, va corredato anche
un efficace intervento di riqualificazione urbana, che il TRC, con il
suo cantierone, deve contribuire ad alimentare: molte sono le aree
periferiche dove è auspicabile un intervento del genere. Nuovi
spazi, con nuove funzioni sono anzitutto indice di civiltà, ma
contribuiscono anche ad elevare la percezione ed il livello reale di
sicurezza, che attualmente nelle periferie è molto basso, stante la
dilagante microcriminalità. Le aree riqualificate riducono lo
sfruttamento edilizio e quindi ambientale del territorio, rilanciando
l'immagine di luoghi disastrati dal tempo. Il TRC tocca con il suo
percorso questi due temi fondamentali: non a caso, forse, la prima
fermata del metrò è posta al Parco Ausa, uno dei due assi verdi
cittadini, assieme al Parco Marecchia, sui quali si baserà la
progettazione e la realizzazione degli altri interventi dell'Anello
verde. Per il tema della riqualificazione, tantissimi sono i
possibili esempi distribuiti lungo il cantierone: Officine Grandi
Riparazioni FS in primis, dove è auspicabile l'impianto di un museo
ferroviario e dei trasporti riminesi in generale, l'ex fermata
ferroviaria della linea Rimini-San Marino di Rimini Marina,
attualmente sede del vivaio Punto Verde in Via Pascoli (a fianco
della fermata del TRC come le OGR), un esempio di straordinaria
archeologia industriale italiana, mutilata dalle bombe del '44,
oppure ancora le grandi colonie marine del Ventennio, la Murri (su
cui è già stato sviluppato un progetto, che prevede l'integrazione
con il TRC), la Bolognese e la Novarese (lavori di riqualificazione
fermi per i problemi finanziari della ditta Coopsette). Ma tante
altre sono le piccole aree urbane degradate che vengono toccate dai
lavori, come parchi, giardini, viali, scuole, che andrebbero
attentamente riconsiderati. Intanto, sta avanzando il più importante
progetto di riqualificazione urbana, assieme a quello di Piazza
Malatesta, ovvero, il Parco del Mare. Le manifestazioni di interesse
per il Nuovo Lungomare di Rimini sono previste per il 31 c.m.
Quest'opera vedrà la creazione di un parco urbano in sintonia con le
aree in concessione ai bagnini, dove si troveranno palestre a cielo
aperto, chioschi, aree picnic, piste ciclopedonali, mentre le auto
finiranno sotto, nei parcheggi interrati. A ciò bisognerà abbinare
una riqualificazione dei Viali delle Regine, ulteriore step dopo la
riqualificazione dei viali che conducono alle fermate del TRC (tra
cui Via Pascoli).
L'altro consistente capitolo della
RiminiVenture 2027, come la definisce il Piano Strategico, oltre al
progetto Fluxus 2014/2021 per celebrare il bimillenario del Ponte di
Tiberio e al Progetto Tiberio, per la pedonalizzazione del Ponte
romano e la rivoluzione della mobilità nel Borgo San Giuliano, è la
rimodulazione delle linee di TPL riminesi. Con l'introduzione del
TRC, i due nuovi rendez-vous del TPL saranno la stazione, dove è
previsto il MetroPark di interscambio e dove sarà necessaria una
rimodulazione della disposizione delle pensiline, per un più facile
accesso al metrò, e la fermata Chiabrera, sede della prima delle due
rampe di uscita per il mezzo dal percorso (l'altra è alla fermata
Cavalieri di Vittorio Veneto, di fronte alla Novarese, tra Miramare e
Riccione) e di uno dei due parcheggi di interscambio (l'altro sempre
ai Cavalieri di Vittorio Veneto) tra TRC, auto private e servizi di
TPL. La principale novità a Rimini sarà la rimodulazione della
linea filoviaria 11 Rimini-Riccione, che verrà rivista attraverso la
creazione di un anello filoviario interno a Rimini. Il percorso, in
partenza dall'attuale capolinea di Via Dante, passerà per Rimini FS,
come oggi, e imboccherà la litoranea per abbandonarla a Piazzale
Toscanini. Da lì, l'attuale bifilare sino a Riccione verrà
abbandonato, mentre verrà filoviarizzato il percorso Via
Firenze-Chiabrera (con capolinea intermedio alla fermata del metrò),
Ospedale, Via Fada-Dalla Chiesa-Repubblica, Via Euterpe, Via
Panzini-Planco-Marzabotto, Via Marecchiese, Via Valturio, Via
Bastioni, Piazzale Gramsci, con ritorno regolare al capolinea di
Viale Dante, ricalcando sostanzialmente, dalla deviazione in poi, il
percorso delle attuali autolinee circolari 18 e 19, istituite
dall'ATAM il 19 gennaio 1980, per servire Ospedale, Centro Studi e V°
PEEP.
A Riccione, invece, verrà utilizzato
il bifilare della vecchia filovia dalla fermata del TRC Angeloni (la
prima in territorio riccionese. Via Angeloni non è provvista di
bifilare, ma verrà filoviarizzata) sino all'attuale capolinea di
Riccione Terme, passando per il quartiere più raffinato della Perla
Verde, ovvero la zona dell'intersezione con la litoranea di Viale
Ceccarini, zona Piazzale Curiel, oggi capolinea della 11/, servizio
serale limitato. Il servizio verrà esteso con autobus sino a
Cattolica e verrà abbandonato quando verrà inaugurato il servizio
di trasporto rapido Riccione FS-Cattolica FS. Attualmente, la linea
125 copre la tratta Riccione-Cattolica. La tratta fu inizialmente
gestita dall'ATR di Forlì (anni Ottanta) per poi passare alla TRAM
ed essere appunto classificata linea 125. Presumibilmente, come la
11, anche questa linea verrà rimodulata, così come la linea 9
Rimini-Fiera nuova-Santa Giustina-San Vito-Santarcangelo, quando
inaugurerà il 3° stralcio funzionale del TRC Rimini FS-Rimini
Fiera, con auspicabile proseguimento a Santarcangelo FS, per ora non
previsto. Ad ogni modo, la rimodulazione principalmente della linea
11 non è per il momento finanziata da alcun Ente.
Le altre linee di trasporto dovranno
ritrovarsi come la nuova 11 ai nuovi rendez-vous accennati e, ad ogni
modo, da ogni fermata intermedia del metrò dovranno dipartirsi linee
o navette feeder con la strada litoranea, l'asse mediano (Via Roma e
suoi proseguimenti) e la SS16 Adriatica, in questo periodo in fase di
fluidificazione, attraverso l'eliminazione degli incroci semaforici
esistenti, tra cui quelli di Coriano-Montescudo e Consolare di San
Marino, anch'essa in fase di rimodernamento.
Solo ideati, ma non progettati sono i
collegamenti rapidi con San Marino e la Valmarecchia. Occorre però
fare alcune distinzioni tra collegamento commerciale e collegamento
turistico: al contrario di Rimini, Riccione e le altre città
costiere, dove le due forme di collegamento si fondono, ciò non può
accadere a San Marino ed in Valmarecchia, dove i due collegamenti
hanno la necessità di rimanere separati. Entrambi i territori
avevano in passato un altro mezzo che garantiva la fusione dei due
tipi di collegamento e questo mezzo non è il BusRapidTransit del TRC
ma è il treno. Dal 1916 al 1960, prima con trazione a vapore
(1916-1952), poi con trazione a diesel (1952-1960), la Valmarecchia
era collegata alla costa con la linea ferroviaria Rimini-Novafeltria;
San Marino era invece collegata con Rimini attraverso una
modernissima ferrovia elettrica, che rimase in funzione dal 1932 al
1944. Entrambe le linee, all'epoca, garantivano un veloce
collegamento con il mare, attraversando paesaggi naturali
incontaminati, cosa che il BRT di oggi non può fare, anche a seguito
dell'urbanizzazione degli anni del boom. Risulta quindi utile
separare i due collegamenti, senza purtroppo economia nei costi,
oppure fonderli nel treno, spezzando la continuità del mezzo di
trasporto in un ipotetico viaggio Riccione-San Marino, con evidenti
disagi.
Per quanto riguarda la ferrovia di
Novafeltria, la Provincia ha recentemente istituito una pista
ciclabile lungo la linea che questo trenino incrociava, la
Santarcangelo-San Leo-Urbino delle FS (mai entrata in esercizio, ma
costruita in più tratti), restaurando anche alcuni vecchi caselli.
Questa iniziativa andrebbe estesa anche alla ex linea di Novafeltria,
sostituita dal autocorriere delle Ferrovie Padane prima e di FER poi
nel 1960 (odierna linea 160 Start, ex linea di pertinenza FER). In
tal modo, si stabilirebbe anche una relazione con la pista ciclabile
del Marecchia, che oggi versa in stato indecoroso per mancanza di
fondi per la manutenzione. Quest'opera dev'essere avviata dalla
comunanza di intenti dei comuni della Vamarecchia, non dalla
Provincia, che manca di supporti finanziari reali, a seguito delle
riforme statali. Poi, magari, restaurare l'ultima vecchia automotrice
rimanente (ALn 52.10 ora in demolizione presso Ferrovia Circumetnea,
che la acquistò alla chiusura della linea per Novafeltria). Un'altra
locomotiva del vecchio treno, il cosiddetto "cubo", oggi
corre sui binari della ferrovia-museo svizzera di 1,5 km
Blonay-Chamby, col nome di "Rimini". Infine, se possibile,
abbozzare un progetto di ripristino della ferrovia per fini
esclusivamente turistici, mentre il trasporto commerciale potrebbe
essere affidato al "TRC della Valmarecchia", magari in
parallelo all'attuale SP258R "Marecchiese", con
rimodulazione della linea 160.
Il discorso cambia per San Marino: la
linea ferroviaria non è mai stata dismessa ufficialmente e ciò la
ha parzialmente protetta dagli abusi edilizi. Molte opere d'arte
esistono tutt'oggi e, vicino al vecchio terminale a San Marino, nel
2012, è stato rimesso in funzione il tratto comprendente la Galleria
Montale e due segmenti di percorso a monte e a valle della stessa,
con relativo restauro filologico di una della vecchie elettromotrici,
che furono ricoverate per anni dopo la cessazione del servizio
proprio all'interno di suddetta galleria, insieme a tanto altro
materiale. In previsione, vi è l'allungamento del binario esistente
sino al vecchio piazzale della stazione, con creazione di un
mini-terminal, demolendo il fabbricato dei bagni pubblici e spostando
la rampa di uscita del parcheggio bus. All'interno della galleria
verrà invece creato un museo con vecchie fotografie, visitabile
anche attraverso l'elettromotrice. Il 9 agosto scorso, inoltre, ha
fatto visita a San Marino il Direttore della Fondazione FS Italiane
Ing. Luigi Cantamessa (la Fondazione si occupa della preservazione di
linee e materiale storico ed è stata fondata dal Gruppo FS holding,
Trenitalia e RFI. Presto tra i soci annovererà anche il MIBACT), che
ha incontrato i Segretari di Stato alla Cultura e all'Istruzione
Morganti e agli Interni (ex Territorio) Venturini (colui che ha
fortemente voluto il restauro dell'elettromotrice e il ripristino
della linea all'interno della galleria), il direttivo
dell'Associazione Treno Bianco Azzurro, l'Arch. Massimo Bottini
(presidente di Co.Mo.Do. Confederazione Mobilità Dolce,
organizzatore e promotore della Giornata delle Ferrovie Dimenticate),
il dott. Massimiliano Marchetti (presidente RomaTrenoVaporeTeam e
curatore del restauro della motrice, nonchè consulente della
Segreteria per il restauro e dell'Associazione Treno Bianco Azzurro e
redattore del progetto di ripristino del tratto ferroviario Borgo
Maggiore-San Marino Città) e il Geom. Valeriano Vagnini (curatore
del restauro interno della motrice e macchinista, socio fondatore di
A.T.B.A.). Cantamessa ha riconosciuto le altissime potenzialità
turistiche del treno bianco azzurro e ha propugnato la tesi del
ripristino della ferrovia esclusivamente per scopi turistici e non
commerciali. I Segretari di Stato, assieme a tutti i presenti, hanno
accolto con grande entusiasmo le parole dell'ingegnere e pare che la
ferrovia di San Marino potrà godere di un nuovo e ricco futuro,
almeno quanto quello della ferrovia del Bernina e di quella del Renon
(500.000 passeggeri l'anno) Quindi, se si vuole progettare un
collegamento rapido, non bisogna pensare al treno, che garantirebbe,
almeno nel tratto Borgo Maggiore-San Marino Città, un servizio
turistico attraverso il percorso storico nelle cinque gallerie
facenti parte del Monte Titano, patrimonio UNESCO.
Attraverso la riorganizzazione della
mobilità, che ruoterà attorno al TRC, come si può vedere, si
riescono a toccare tutti gli aspetti di un normale e misurato
Masterplan. La mobilità è il fattore determinante per fornire
quella "idea di città" tanto invocata da chi il Piano
Strategico di Rimini lo ha redatto. Per questo serve attenzione e
ponderazione nelle scelte future riguardo il sistema della mobilità
riminese.
Dopo questo primo capitolo introduttivo, il tema della mobilità verrà più volte ripreso ed integrato con più corposi reportage sui singoli interventi, a partire da quelli di più prossima realizzazione sino a quelli per ora solo pianificati o ideati.