mercoledì 27 luglio 2016

Primi addii a Rimini: in demolizione i Pollicino

Stamattina sono partiti verso la demolizione i due Iveco Autodromo Pollicino, facenti parte dello zoccolo duro storico del parco bus riminese. Di seguito un breve resoconto da me redatto sul forum TrasportiPubblici.net, nella discussione relativa a Start Romagna Rimini.

"Con una lacrima a rigare il volto.
Questo che mi accingo a proporre è un breve resoconto dedicato interamente ai tristi protagonisti di questa mattinata e di questa giornata, gli Iveco Autodromo Pollicino, che proprio questa mattina ci hanno silenziosamente e inspiegabilmente lasciato, confermando le voci che si erano susseguite nei giorni scorsi riguardo ad una loro probabile dipartita. L'ultima volta che ho visto un Pollicino (trattasi della matricola 30021), mi trovavo lungo Via Carlo Alberto Dalla Chiesa: il mezzo non era posteggiato nel solito angolo dei radiati ma direttamente in rampa di lancio per partire verso l'ultimo viaggio, senza tanti preavvisi, a fianco del grande cancello di chiusura della struttura. Assieme ai piccoli urbani arancioni, anche due Iveco 315 Poker se ne sono andati: questi ultimi però fanno parte del bacino di Forlì-Cesena, ma sono ugualmente due splendidi mezzi.
Gli scatti che vedrete sono già stati ovviamente pubblicati e non c'è nulla di nuovo, solo l'atmosfera già carica di nostalgia per la loro sagoma aggraziata ma pulita che non rivedremo mai più. La dinastia dei Pollicino si apre con i servizi per disabili promossi da ATAM e ripresi da TRAM Rimini (ora di competenza della Cooperativa Sociale La Romagnola), per poi sbarcare nell'ambito urbano. Assieme ai Mauri sono stati i protagonisti della mia infanzia, con i vorticosi pomeriggi passati a bordo della linea 1, espletata proprio da loro quando gli Alé cominciavano a muovere i loro primi passi (sia quelli a gasolio sia quelli ibridi, che ci hanno lasciato anni fa per fornire ricambi a TPER Bologna). Definitivamente chiusa la stagione con la linea 1, comincia per i Pollicino il lento ma inesorabile declino: man mano vengono radiati e demoliti tutti gli esemplari marcati "20P" (1 porta), seguiti a stretto giro dai "35P" e dai "TH11". Ne rimangono solo due, un New 35P (matricola 30019) e un 35P ex Comune di Cesena e ATR (matricola 30021), che tra gli stenti continuano ad espletare saltuari servizi. La loro ultima assegnazione è quella al deposito di Riccione, dal quale sono stati prelevati qualche giorno fa per essere trasferiti a Rimini, in vista dell'ultimo viaggio, compiutosi oggi.

Il nuovo che se ne va. Gli scatti che vedrete sono stati da me realizzati nella giornata del 29 marzo 2016, quando ho deciso di passare qualche ora a Riccione per alcuni scatti relativi alle linee 43 e 125. Il tutto è nato da un improbabile inseguimento del filosnodato VanHool AG300T matr. 36504, motivato dalla curiosità di vedere dove questi avrebbe alzato i trolley. Giunto a Riccione P.le Curiel " in testa alla gara", ho deciso di abbandonare, deluso dall'atteggiamento del filoviere, il mio inseguimento (il filosnodato si è fatto entrambi i viaggi in termico). Dopo qualche attimo speso a rifiatare e a documentare la partenza della linea 43 e l'arrivo della 125, il richiamo del Bredabus 3001.12, che sapevo essere posteggiato in Viale Lombardia, nello spiazzo della Geat dedicato al rimessaggio dei bus Start, è stato troppo forte. Così, oltrepassata la SS16, mi sono addentrato nel periferico quartiere di San Lorenzo e in breve ho raggiunto la destinazione. Lì, avendo trovato un membro del personale piuttosto gentile, ho avuto modo di entrare nelle "segrete stanze" dello spiazzo riccionese, dove ho trovato due scuolabus Cacciamali, vari Siccar, il mitico Bredabus, tanto ricercato e, discreti ma non sottovalutabili, entrambi i Pollicino (ed è stata una sorpresa vederli), il New 35P e il piccolo e anziano (nonché malmesso purtroppo) 35P. Ecco dunque gli scatti realizzati quel giorno, ricco di soddisfazioni e che, a conti fatti, è stato fondamentale per la documentazione del parco "storico" operativo e circolante (senza la gita a Riccione non avrei nessuna foto del Pollicino New 35P...), che a questo punto corre seri rischi di venire decimato in questa torrida estate rivierasca (Foto Lollobus 29 mar. 2016).






Questi sono gli scatti dedicati alla matricola 30019, un Iveco 49.12 Autodromo Pollicino New 35P, immatricolato da TRAM Rimini il 06/05/1997, immesso in circolazione nel 2000, acquistato usato da AMS di San Benedetto del Tronto (AP), munito di 2 porte a libro, 9 posti a sedere, 1 di servizio, 28 posti in piedi (totale 38 posti), con sedili in plastica, lungo 6,32m, peso 5532kg, portata massima 2312kg, alimentato a gasolio, Euro 0, potenza 90kW, cavalli fiscali 25, cilindrata 2800, cambio manuale e indicatore a led di tipo Aesys. Targa BK 044 ZA, numero di telaio ZCFC4980102200664, colore arancio con fascia bianca regionale con loghi Start Romagna (dati desunti dal documento Excel Bus 2012, redatto da Mattia).

Da Riccione alla stazione. Da Riccione (con alcuni scatti realizzati all'interno del deposito alla matricola sottoindicata), passiamo alla stazione ferroviaria di Rimini, dove, in data 13 aprile, ho trovato fermo nel posteggio gratuito il Pollicino matr. 30021. Per me che ho avuto l'onore di essere frequentatore assiduo dei loro piccoli ma comodi sedili, quando l'anno scorso ho rivisto proprio lui all'uscita da scuola per un ultimo e indimenticato servizio sulla linea 1 è stata un'esperienza catartica: ammirare il conducente "manovrare" il cambio manuale con estrema difficoltà mi ha fatto sorridere, riportandomi ai ricordi di bambino. Così come è stata un'esperienza strana trovarsi lo stesso Pollicino quel giorno in stazione, misteriosamente fermo; chissà quale servizio avrebbe espletato, magari proprio la linea 1, sulla quale quel giorno compariva il Cacciamali TCM 8.90 matr. 31407 che si intravede dall'altra parte della strada in una delle foto (Foto Lollobus 29 mar. 2016 e 13 apr. 2016).

















Questi scatti, invece, raffigurano la matricola 30021, un Iveco 49.10 Autodromo Pollicino 35P, immatricolato dal Comune di Cesena il 17/11/1988, poi passato ad ATR e infine a TRAM Servizi, immesso in circolazione a Rimini nel novembre 2010, munito di 2 porte a libro, 9 posti a sedere, 1 di servizio, 28 in piedi (totale 38 posti), con sedili laminati, lungo 6,40m, peso 5000kg, portata massima 2312kg, alimentato a gasolio, Euro 0, potenza 68kW, cavalli fiscali 23, cilindrata 2445, cambio manuale e indicatore a led tipo Aesys. Targa EF 498 PH, numero di telaio ZCFC4960002008681, colore arancio con fascia bianca regionale, senza loghi Start Romagna (dati desunti dal documento Excel Bus 2012, redatto da Mattia).

Certamente tra tutti questi dati ne manca uno fondamentale, la data di demolizione, che aggiorniamo oggi al 27/07/2016. Una data da tenere bene in mente, dato che oggi è l'inizio della fine dei bus che hanno fatto la storia del trasporto pubblico riminese per oltre trent'anni. Dei Pollicino ricordo bene il suono del motore percepito dall'interno, un rumore assolutamente inconfondibile e particolare, dato dal motore Fiat 8140.27, montato su telaio Fiat 49.10/49.12 Daily. Anche dall'esterno, così come accade per Siccar e Alice, il loro arrivo era annunciato da questo particolare rumore, grazioso, quasi da cartone animato. Peccato che questo suono, così speciale, oggi non si senta più, né a Rimini né in Romagna. Forse, in presenza di una legislazione apposita, si sarebbe facilmente potuto salvare almeno uno di questi due mezzi, per restaurarlo e adibirlo a corsette storiche per cittadini e turisti, ma purtroppo la Regione Emilia-Romagna, per erogare i finanziamenti per l'acquisto dei nuovi bus, esige questi pesanti tributi (almeno per noi apatras). Tutte le parole spese sulla loro eventuale preservazione, purtroppo, ad oggi, sono parole al vento. Ne rimangono solo due che possiamo pronunciare: Addio Pollicino!"

Un cenno merita la questione sorta tra gli appassionati sulla anticipata e non preventivata radiazione e demolizione di questi mezzi. Riprendendo sempre un mio post su TrasportiPubblici.net fornisco la mia versione dei fatti:

"Forse i Pollicino avevano presentato già dei problemi in questi ultimi giorni, tale da comprometterne il loro utilizzo e da rendere necessaria la demolizione. Mi fa specie però che sino a due settimane fa il Pollicino New 35P effettuasse le corsette del personale e che nel giro di pochi giorni abbia presentato così forti problemi. Il 35P già esteticamente sembrava malmesso, non so se anche a livello tecnico-motoristico fosse così ma certamente la sua demolizione è già più plausibile. Forse la Regione aveva pronta una prima tranche di finanziamenti per Start e ha giustamente richiesto la demolizione di alcuni mezzi prima di erogare fondi. Start, vedendosi costretta, ha così deciso di sacrificare i mezzi meno utilizzati e meno strategici (demolire, per intenderci, un Siccar o un Alice sarebbe stata una follia vista la loro utilità sulle corse scolastiche e sulle linee in generale nella stagione invernale). I Pollicino invece non vengono utilizzati quasi mai e la linea 1, su cui hanno percorso la maggior parte dei chilometri, si regge benissimo con gli Alé, pur privi della sfortunata unità 31414 e, visti i lavori in Via Cavalieri per l'Anello della Nuove Piazze, con i Cacciamali TCM8.90."

A completamento della relazione, inserisco gli scatti realizzati da Roberto Renzi e pubblicati sulla pagina Facebook Trasporti Pubblici in Romagna questa mattina intorno alle ore 10.15, nel momento in cui i Pollicino stavano per partire verso il demolitore.


Il mio augurio è che questi gloriosi mezzi vengano rimpiazzati con altrettanti bus di buona qualità, che durino tanto quanto è durato "l'impero" dei piccoli Iveco Autodromo Pollicino per il bene della nostra città.

mercoledì 13 luglio 2016

OT: dichiarazione in merito all'incidente ferroviario in Puglia del 12 luglio 2016

Da appassionato di trasporto pubblico e di ferrovie non posso non unirmi e stringermi al dolore dei parenti delle vittime e dei feriti dell'incidente avvenuto ieri in Puglia, sulla tratta Andria-Corato gestita da Ferrotramviaria spa, costato la vita a decine di persone. Non voglio fare e respingo ogni tentativo di polemica perché ritengo che ci sia un inviolabile fascia temporale di rispetto del dolore altrui. Le discussioni verranno dopo. Inoltre ci tengo a chiarire che aborrirò ogni tentativo di strumentalizzazione della disgrazia per altri scopi specie politici come sempre più spesso accade perché il dolore altrui non è merce di scambio per ottenere un voto o un applauso in più. Auspico che le discussioni che verranno siano finalizzate al miglioramento dei mezzi e degli strumenti umani e tecnologici affinché simili disgrazie non avvengano più e non per soddisfare questo o quell'interesse di terzi. I "giorni del dolore" non devono trasformarsi come sempre più spesso succede nei giorni della polemica inutile e indecorosa che cavalca l'onda di una falsa indignazione per soddisfare interessi altrui. Il dolore deve rimanere tale.
Auspico in ugual modo che qualsiasi accorgimento sia legislativo, che lavorativo, che tecnologico eseguito in futuro nel campo ferroviario tenga conto dell'esperienza di questa tragedia per evitarne il ripetersi in altre circostanze. Uomo e macchina lavorino assieme per la sicurezza dei viaggiatori!
Non voglio né ritengo opportuno commentare le cause della vicenda perché a stabilirle penserà la magistratura e respingo qualsiasi avventata ipotesi fatta a riguardo senza conoscere a fondo i fatti.
Infine mi unisco al cordoglio espresso da Associazione Treno Bianco Azzurro, di cui sono orgogliosamente socio, e dalle pagine Facebook "C'era una volta la Ferrovia Rimini-San Marino", "I Treni d'Italia" e "Treni a Fano&Co.".