sabato 27 agosto 2016

Nuova vita per Rimini Nord: potenziamento stradale e Parco del Mare

In questi giorni è stato pubblicato sull'Albo pretorio del Comune di Rimini, attesissimo, il progetto del Parco del Mare relativo al cosiddetto Primo Miglio, comprendente i territori delle frazioni di Torre Pedrera, Viserbella e Viserba. Non siamo poi così lontani da poter utilizzare impunemente il termine "rivoluzione urbana". Così infatti si delinea il nuovo scenario del waterfront riminese, che esploderà in tutto il suo fulgore nella zona di Marina Centro, la più battuta dai turisti e la più urbanizzata. Giustamente, l'Amministrazione Comunale ha scelto di partire con il progetto di riqualificazione dall'area più dimenticata a livello urbanistico della costa riminese, ovvero il Lungomare di Rimini Nord, che da Torre Pedrera si allunga fino alla foce del fiume Marecchia, a Rivabella, in una sottile lingua di caseggiati frequentati storicamente dalla clientela di più bassa fascia economica. Introduciamo i lavori facendo anche un preambolo sull'attuale situazione di mobilità, premessa che svilupperemo corposamente nel corso dell'analisi. Ad oggi, il lungomare è interamente carrabile e, fino all'inaugurazione della nuova variante di Via Diredaua, era percorso per intero, a parte alcuni chilometri di deviazione a Viserba e Viserbella nella sola direzione Sud per una serie di sensi unici, dalla autolinea suburbana numero 4 Rimini-Bellaria-San Mauro Mare. Inoltre possiamo dire che oltre la fascia di edifici, prevalentemente piccoli hotel, affittacamere e B&B, si trova la linea ferroviaria Ferrara-Ravenna-Rimini, percorsa da alcune decine di coppie di treni tra Ravenna e Rimini (non esiste pressochè alcun collegamento diretto fra Ferrara e Rimini, a parte alcune eccezioni). I convogli sono per la maggior parte di Trenitalia e solo in minima parte di Tper (la vecchia FER). Dunque a livello di mobilità possiamo definire due fasce parallele, una costituita dal lungomare carrabile (linea 4 e automobili) e l'altro dalla linea ferroviaria.

Passiamo ad analizzare il progetto nel dettaglio, secondo quanto mostrato nei rendering dal Comune di Rimini, cominciando dal contesto socio-economico. Nel documento trasmesso dal Comune si legge testualmente: "La zona di Rimini Nord presenta un marcato stato di degrado fisico, urbano ed edilizio". Obiettivo primario del progetto è dunque attenuare questo degrado, favorendo, attraverso i lavori pubblici in via di attuazione, il processo di riqualificazione edilizia dei fabbricati privati (secondo quanto stabilito anche dal nuovo PSC/RUE). Non serve indugiare su quanti e quali siano gli edifici da riqualificare; per constatarne lo stato di abbandono e degrado basta farsi un giro in bicicletta lungo i viali del lungomare Nord.
Passando a lato pratico, possiamo dire che l'intervento è suddiviso in tre stralci ben precisi:
-il primo stralcio prevede la creazione di un nuovo waterfront, in corrispondenza dell'attuale via carrabile (Viali Toscanelli, Dati, Porto Palos, San Salvador), in cui verranno inseriti elementi di hard landscape, ovverosia pavimentazioni lapidee o asfalti colorati, e di soft landscape, come aiuole, aree verdi, piante con vegetazione di tipo mediterraneo-dunale. Verranno valorizzati anche i caratteri identitari del luogo (il progetto è inserito non a caso nelle proposte di valorizzazione e riqualificazione dei luoghi identitari della città). A Viserba, per esempio, data l'abbondanza di fonti nel territorio circostante (su tutte la famosa Sacramora) verrà data priorità all'elemento acquatico, con fontane e giochi d'acqua. L'alternanza tra hard e soft landscape non seguirà il rigido schematismo imposto dall'attuale strada, ma si avvarrà di una linea più libera, permettendo così di creare alcuni spazi gioco, aree di ritrovo, giardinetti e aree per l'installazione di chioschi. Inoltre sarà possibile l'allargamento degli esercizi commerciali presenti, previo la messa in opera di verande e dehors. I negozi troveranno in questo modo nuova linfa di sviluppo, facendo leva su un ambiente urbano rinnovato e finalmente funzionale alle potenzialità turistiche della zona. Cogliendo il nuovo slancio economico, sarà possibile la riqualificazione degli edifici e dei fabbricati, in modo da presentare a cittadini e turisti un ambiente più consono alle loro aspettative. Inoltre, l'accesso al mare e alla spiaggia sarà garantito da nuovi scivoli pensati appositamente in accordo con le linee guida del progetto del Parco del Mare, in modo da non discostarsi dall'abaco progettuale presentato dall'Amministrazione Comunale.

In alto: il rendering realizzato dal Comune di Rimini che mostra la futura veduta aerea di un tratto del Lungomare Nord di Rimini riqualificato (da Comune di Rimini).

In alto: il progetto riguardante l'area compresa tra Viale Toscanelli e Viale Dati, tra Rivabella e Viserba. L'armonica alternanza tra gli elementi di hard e soft landscape crea un effetto che ricorda le antiche dune un tempo presenti sulla costa romagnola, offrendo a cittadini e visitatori anche una sorta di campionario botanico e delle particolarità territoriali che le varie frazioni offrono (da Comune di Rimini).


In alto: soluzioni proposte dal Comune per la risistemazione dell'arredo urbano, che prevede sinuosi spazi verdi uniti ad alcuni rettilinei con pavimentazione lapidea, dove convivono lo spazio pedonale e la pista ciclabile, immersi in uno scenario che da una parte contempla l'accesso alla spiaggia e il mare e dall'altro le attività ricettive riqualificate. Al centro il nuovo Parco del Mare, un'oasi del benessere, del verde e delle eccellenze locali. Infine, una breve veduta generale dei nuovi arredi (da Comune di Rimini).
In alto: nel dettaglio osserviamo le soluzioni proposte relative a Torre Pedrera, dove si pone in evidenza anche il problema di un armonico accesso alle spiagge. Alcune suggestioni da altri ambiti urbani (da Comune di Rimini).
In alto: un rendering relativo alle soluzioni proposte per la frazione di Viserba. Il porticato delle attività commerciali riqualificato si armonizza con il Parco del Mare, dove, oltre alla pista ciclabile e al camminamento pedonale, compare anche la caratterizzazione della fontana. Gli accessi al mare vengono riqualificati ponendo in essere l'elemento naturalistico, per vivacizzare il clima e smorzare l'impatto visivo delle costruzioni adibite ad attività ricettiva (da Comune di Rimini).

-il secondo stralcio prevede la risistemazione, la riqualificazione e il potenziamento dell'asse viario urbano parallelo alla linea ferroviaria. A preambolo dei futuri interventi c'è da inserire qualche considerazione sulla recente realizzazione dello sfondamento di Via Diredaua e dei relativi cambiamenti succedutisi in termini di mobilità. Lo sfondamento ha permesso lo sbocco di Via Diredaua, prima strada senza uscita, sulla arteria principale di collegamento tra mare e Statale 16, ovvero Via Tolemaide, messa ulteriormente in sicurezza con la creazione di una rotonda all'altezza di Via Apollonia (scenario di un grave incidente poco tempo fa). Nei pressi del sottopassaggio ferroviario si innesta una larga strada a due corsie fiancheggiata da marciapiedi, dove trovano posto le nuove e rinnovate fermate del servizio di trasporto pubblico locale (linea 4). Con lo sfondamento infatti si è definitivamente allontanato il bus dal lungomare (intervento che ha sì riflessi positivi, ma anche negativi), aprendo la strada anche al futuro spostamento del traffico veicolare. Ma ovviamente la sola Via Diredaua (tra gli interventi per la messa in sicurezza anche l'onerosa incisione della massicciata ferroviaria realizzata in collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana) non basta! Quindi, in previsione del Primo Miglio del Parco del Mare, si è messo in conto di potenziare la rete viaria che fiancheggia la ferrovia, non solo attraverso il suo allargamento, ma anche mediante la creazione di nuove e capienti aree di sosta, una delle quali - lo vedremo - ospiterà anche l'attività mercatale. Ma andiamo con ordine!
Come il lungomare, che cambia toponimo a seconda delle frazioni attraversate, così fa anche l'asse viario che costeggia la ferrovia; andando da Torre Pedrera a Viserba e passando per Viserbella, troviamo addirittura cinque toponimi: Viale Eritrea, Viale Domeniconi, Viale Serpieri, Viale Caprara e Viale Mazzini. Noi ci concentreremo sugli ultimi quattro. L'intervento prevede l'ampliamento della sede stradale, che diverrà a doppio senso di marcia. Si dovrà in tal modo richiedere a RFI la cessione di parte dell'area attualmente occupata dal rilevato ferroviario, per poi curare la costruzione di muri di contenimento come successo in Via Diredaua. Laddove possibile, si creeranno anche posti auto e aree verdi per aumentare la resilienza urbana. La vegetazione sarà di tipo spontaneo, per permetterne una più facile gestione, e senza piante di alto fusto, che ostacolerebbero la manutenzione del rilevato. L'asfalto dei parcheggi e dei marciapiedi a margine del sedime ferroviario permette la filtrazione di eventuali acque meteoriche (in tal modo si presta attenzione anche all'aspetto fognario, visti i recenti cantieri che hanno portato alla scomparsa del divieto di balneazione nella aree corrispondenti a due fosse del lungomare Nord). Altra opera fondamentale è la realizzazione di un sottopasso nei pressi di Viale Lamarmora, che collegherà l'asse viario sopra descritto con il polo scolastico viserbese, in fase di ampliamento. Dunque, il traffico che attualmente affolla il lungomare verrà interamente spostato su questo corridoio viabilistico adeguato e riqualificato. La sperimentazione è cominciata a partire dal 26 luglio 2016, quando la linea 4 è stata deviata, in direzione Sud, su Via Diredaua. Presto, l'intero sistema del TPL e della mobilità privata occuperà questo asse di scorrimento, che dovrà perciò adeguarsi e integrarsi con il tessuto urbano circostante. Gli innegabili vantaggi, in termini di mobilità, che si possono trarre, oltre alla netta separazione tra il traffico inquinante e non inquinante in due fasce distinte, è il potenziamento del binomio treno-bus da sempre ossessione di ogni assessore ai trasporti. La linea 4, principale vettore di collegamento tra Rimini, il lungomare Nord e le cittadine a settentrione del capoluogo di provincia, esercita da Start Romagna su appalto di Agenzia Mobilità, si troverà in tal modo a convivere a stretto contatto con la ferrovia Rimini-Ravenna-Ferrara su cui si trovano due importanti stazioni del nostro territorio, che ultimamente stanno attraversando un momento di crisi sia strutturale che di flussi: stiamo parlando di Rimini Viserba e Rimini Torre Pedrera, per le quali si potrebbe profilare, con questo intervento, un'occasione di rilancio come strumenti di un più rapido servizio ferroviario ad uso metropolitano.
Rimini Viserba è stata recentemente adeguata da RFI attraverso il progetto Rete Snella, che l'ha trasformata da stazione di incrocio in semplice fermata attraverso la rimozione dei fasci merci residui e l'eliminazione del primo binario, mediante la soppressione della deviata in corrispondenza del passaggio a livello e l'allungamento dell'ex primo marciapiede sino al binario 2, rimasto l'unico in regolare esercizio. La stazione non produce annualmente uno stimabile flusso di viaggiatori ed è percorsa da un traffico di passeggeri prevalentemente locale in inverno (collegamento con Rimini), mentre d'estate, in concomitanza con la stagione turistica, il raggio d'azione si allarga un po' dati i servizi di trasporto messi in piedi da Trenitalia e Tper appositamente per la Riviera: pensiamo, a tal proposito, ad alcune coppie di Regionali, come i Minuetto diesel, che coprono la relazione Rimini-Firenze via Ravenna, Faenza e Marradi, alla "Freccia Orobica" (lo storico treno del mare da Bergamo a Pesaro via Poggio Rusco, Ferrara e Ravenna, attivo dal 1970 e un tempo affiancato anche dalle relazioni, di simile percorso, Cremona-Pesaro e Brescia-Pesaro oggi scomparse) e infine ai Rimini-Suzzara via Ravenna e Ferrara, storicamente più frequentati d'estate anche se attivi anche durante il periodo invernale. Questi ultimi due collegamenti sono di competenza di Tper mentre il primo è esercito da Trenitalia. Per il resto, si registra il canonico traffico tra Ravenna e Rimini, leggermente potenziato nelle giornate festive, specie nei tre mesi estivi.
Stesso discorso ma ancora più in piccolo per Rimini Torre Pedrera, che si presenta come casello fregiato del titolo di fermata, munito di una corta banchina, senza pensilina, recentemente allungata ma sempre separata dal fabbricato viaggiatori, chiuso e incustodito, dal passaggio a livello di Via Apollonia. Il traffico è lo stesso ma i volumi di passeggeri sono drasticamente più bassi. Qui non abbiamo scambi ma il semplice binario di corsa affiancato dalla banchina. Con la creazione del sottopassaggio, che collegherà l'asse viario e il percorso della linea 4 con il polo scolastico (possibilità di nuove corse scolastiche dedicate), e il potenziamento stradale, si potrebbe profilare per le poco frequentate stazioni un progresso in termini sia infrastrutturali che di traffico. Il servizio ferroviario potrebbe incentrarsi maggiormente sul carattere turistico e di quartiere metropolitano delle frazioni, e, in accordo con le cooperative di commercianti, si potrebbero creare appositi eventi che richiamino passeggeri sia sulla linea 4 che sui treni della Rimini-Ravenna, facendo aumentare i flussi di traffico. Il tutto dovrà essere oggetto di attente valutazioni da parte del Comune, svolte assieme alle aziende ferroviarie interessate, nello specifico RFI, Trenitalia e Tper.
Altro discorso va fatto per la realizzazione del sottopasso nei pressi di Via Lamarmora, che convoglierà il flusso di traffico su una nuova arteria, questa volta al di là della ferrovia, ovvero Via Sacramora. La prosecuzione dell'asse in affiancamento all'attuale linea ferroviaria avrebbe comportato nuovi espropri e la costruzione della sede stradale ex novo. In questo modo invece, si sfrutta la viabilità esistente potenziando anche l'offerta di mobilità riservata all'area commerciale di Viserba (ipermercato di Via Sacramora) e servendo ancor meglio il polo scolastico in via di ampliamento: attraverso questo sottoppasso, che supera brillantemente l'ostacolo ferroviario, si potranno aprire nuove possibilità di collegamenti tra i comuni a nord di Rimini serviti dalla linea 4 e il polo viserbese, con apposite corse scolastiche. Senza dimenticare la vicinanza con la stazione ferroviaria di Viserba, che permetterebbe in tal modo un collegamento più rapido tra località più lontane.  Di lì in poi, proseguendo su Via Sacramora, ci si congiunge all'ormai famoso Fila dritto: si permetterà così un più facile e veloce collegamento tra le aree più lontane della città, come Torre Pedrera e Miramare, poste ai due estremi del territorio comunale.
In alto: il rendering mostra la sistemazione di un tratto dei viali paralleli alla ferrovia. Al centro troviamo la carreggiata a due sensi di marcia, fiancheggiata da pratici marciapiedi, da elementi di verde e da parcheggi, senza tuttavia andare ad inficiare la circolazione sulla linea ferroviaria mediante un intervento di incisione e consolidamento del rilevato (da Comune di Rimini).
In alto: i progetti e le soluzioni proposte nel dettaglio, rispettivamente per i Viali Mazzini, Caprara, Serpieri e Domeniconi. Gli interventi puntano alla riqualificazione e al potenziamento dell'arteria viaria, cominciato con lo sfondamento di Via Diredaua, e mirano alla efficace coabitazione del trasporto privato, di quello pubblico (linea 4) e di quello ferroviario (linea Rimini-Ravenna-Ferrara) con interessanti ripercussioni sulla futura mobilità (da Comune di Rimini).
In alto: un rendering del progetto relativo al sottopassaggio da realizzarsi nei pressi di Viale Lamarmora, che collegherà l'asse viario appena illustrato con il polo scolastico e commerciale e l'arteria a monte della ferrovia, Via Sacramora, permettendo la prosecuzione del flusso di traffico verso Sud e discostandolo dalla fascia più prossima alla costa, bypassando l'ostacolo costituito dalla ferrovia (da Comune di Rimini).

-il terzo e ultimo stralcio del progetto prevede invece la creazione di due aree di sosta, una della quali, raggiungibile da Via Gaza, ospiterà l'attività mercatale. Questa realizzazione intende rispondere ai bisogni di posteggio che si verranno a creare con la chiusura del lungomare. Il nuovo mercato, che attualmente impone la chiusura di Via Diredaua e la deviazione domenicale del traffico sul lungomare, risponderà anche a delle esigenze di natura urbanistica: verrà collocato in posizione strategica, raggiungibile facilmente sia dal nuovo asse viario principale, attraverso il superamento della barriera della ferrovia o tramite la linea 4, sia attraverso il treno (cosa meritevole) da Rimini, per chi preferisce un viaggio più rapido e comodo, o dalle località vicine servite dalla linea ferroviaria. Se verrà fatto un corretto investimento su queste due nuove potenzialità congiunte (Parco del Mare e mercato), la fermata di Rimini Torre Pedrera potrebbe aumentare esponenzialmente il traffico passeggeri e magari beneficiare anche di un piccolo potenziamento, nell'ordine per esempio di inserire una pensilina e di alcune barriere antivento che riparino i viaggiatori dalla pioggia o dalle intemperie.
L'altra area di sosta è prevista nei pressi di Via Foglino, sempre in località Torre Pedrera e sempre nei pressi della stazione, anche se di alcuni metri più distante. L'area di sosta, che verrà attrezzata con piazzole che prevedono l'inserimento di elementi naturali nelle zone di posteggio (erba con funzione di mitigazione dell'impatto visivo), potrà essere strategicamente utilizzata come parcheggio per raggiungere il vicino mercato. Si potrebbe inserire nel piano anche un collegamento gratuito via trenino su gomma per permettere ai clienti di riportare le borse della spesa presso l'area di posteggio in maniera più agevole, comoda e sicura.
In alto: un rendering del futuro parcheggio di Via Gaza, che ospiterà anche il mercato. L'area di sosta confina anche con un'importante arteria di Torre Pedrera, Via Apollonia (da Comune di Rimini).
In alto: simulazione della disposizione dei posteggi di sosta e di banchi del mercato presso il parcheggio di Via Gaza, con relativi rendering (da Comune di Rimini).

In alto: il progetto per il parcheggio da realizzarsi in Via Foglino, con particolare attenzione agli elementi naturalistici da impiantare in corrispondenza delle piazzole di sosta per diminuire l'impatto visivo (da Comune di Rimini).

Il progetto appena presentato è sicuramente ambizioso e complicato, ma, ne sono convinto, porterà al rilancio a livello turistico e urbanistico di un'area della città da troppo tempo dimenticata, quale quella del lungomare Nord e delle zone attigue, proponendo altresì un antipasto di quella che sarà la futura realizzazione del Parco del Mare in zona Marina Centro. Non resta che augurare agli uffici comunali e ai soggetti che verranno interessati nello svolgimento dei cantieri un buon lavoro!









sabato 20 agosto 2016

TRC, e luce fu! Scelti i nuovi mezzi




In alto: un VanHool Exqui.City 18T circolante a Parma (Foto Alessio Pedretti per TPLItalia.it)

In alto: un filosnodato VanHool AG300T, attualmente circolante a Rimini sulla linea 11, la filovia che collega dal 1939 il capoluogo di provincia a Riccione (Foto Lorenzo Celli 01/06/2015).

Finalmente dopo oltre due anni dal fallimento di APTS sono stati scelti i nuovi mezzi del Trasporto Rapido Costiero: trattasi dei VanHool Exqui.City18T, già in uso a Parma, i quali, dopo i falsi allarmi di Solaris Trollino 18 Metrostyle e di Hess Swisstrolley 4, sono stati ufficialmente selezionati dal Comitato di Coordinamento dell'opera. Soddisfazione da Roberta Frisoni, Assessore alla Mobilità e ai Trasporti del Comune di Rimini, nonché già Presidente di Agenzia Mobilità. No comment per il momento dall'agguerritissima "sindaca" di Riccione Renata Tosi, da sempre contraria alla realizzazione dell'opera. Rispetto al Phileas di APTS, con l'Exquicity si fa un deciso passo avanti verso la sostenibilità: il mezzo, come lo Swisstrolley, è dotato di accumulatori e in marcia autonoma funziona attraverso l'energia che viene liberata da queste batterie al titanio. Si tratta quindi di un veicolo a zero emissioni, non dotato di motore termico a diesel come i cugini AG300T attualmente in esercizio sulla linea 11, che invece consumano ultimamente grosse dosi di carburante per l'assenza di bifilare in P.le Kennedy. Altra importante novità è la possibilità di caricare a bordo le biciclette, cosa finora mai vista a Rimini, novità che finalmente sbarca nel Trasporto Pubblico Locale, forse troppo in ritardo. Speriamo che non vi siano incidenti di percorso questa volta e che l'ordine vada per il meglio. Intanto a Riccione si sta completando il varo del ponte sul Rio Melo (Porto Canale di Riccione), nei pressi dell'intersezione tra Via dei Mille e Viale Rimini, appositamente chiusi per non ostacolare le manovre dei mezzi di cantiere. Con il varo di questo ponte i lavori nella Perla Verde fanno un deciso passo avanti.

Lasciando per un momento perdere il cantiere, concentriamoci sui mezzi, in particolare sulla possibilità di trasportare biciclette. Oserei definire il VanHool Exquicity una sorta di pista ciclabile mobile, che permette di collegare tra loro  diverse piste sparse nella città. Facciamo un breve promemoria: il servizio di Trasporto Rapido Costiero parte da Rimini FS e subito incontra un importante punto di snodo dell'Anello verde progettato dall'Amministrazione comunale di Rimini, il Parco Ausa. Per capire l'importanza di tale mezzo, analizziamo la giornata tipo di un frequentatore ad esempio di RiminiWellness, che, in coerenza con lo spirito dell'iniziativa, decide di raggiungere Rimini in treno e di spostarsi in città con la bici. Tramite l'attivazione della fermata ferroviaria dedicata, l'utente può facilmente raggiungere gli ingressi del padiglione fieristico. Al termine della giornata, prima di raggiungere l'hotel, il nostro visitatore può caricare la bicicletta a bordo del TRC, raggiungere la fermata Parco Ausa e arrivare, attraverso l'area verde, lungo la litoranea, dove potrà bere un cocktail comodamente seduto ai tavolini del bar oppure godersi gli ultimi raggi di sole che filtrano tra gli alberi del Parco del Mare, oppure assistere alla performance musicale di alcuni artisti seduto sulle panchine o in cima al Belvedere di P.le Kennedy. Una volta tornato in hotel e cenato, sempre attraverso la bicicletta potrà decidere di visitare Riccione percorrendo la lunga area verde del waterfront riminese e ammirando il mare di notte oppure di riprendere ancora una volta il TRC per poi godersi la passeggiata lungo Viale Ceccarini o una festa all'interno di una delle tante discoteche della Perla Verde, per poi tornare comodamente in hotel con la modalità che preferisce (TRC o tramite bici lungo il Parco del Mare). Sembra incredibile che tutto ciò possa accadere a Rimini; sembra piuttosto una prospettiva da città del Nord Europa...
Ma spostiamo lo sguardo su una famiglia che, abitando a Villaggio I Maggio, abbia deciso di fare una gita domenicale fuori Rimini, per esempio a Cattolica. Attraverso opportuni lavori di sistemazione, si potrà riqualificare l'itinerario ciclopedonale di Via Rodriguez che, allacciato alla nuova pista in fase di realizzazione in località Villaggio I Maggio, potrà condurre la famiglia sull'itinerario protetto di Via Flaminia, nel tratto urbano compreso tra Via Annibale Fada e Via Luigi Settembrini. Da lì, con la creazione della pista su Via Chiabrera, si potrà raggiungere la fermata del TRC, punto nodale di interscambio con il Trasporto Pubblico Locale e la mobilità privata (auto e bici). Caricando le bici sul filosnodato, la nostra famiglia arriverà in pochi minuti a Cattolica e si godrà una splendida giornata in giro per le strade e per le piazze della cittadina romagnola.
Il TRC insomma avrà il grande merito di allacciare e riavvicinare punti della città e città che attualmente sono raggiungibili per la maggior parte solo grazie ad auto e treno. Se pensiamo che non sono molti i cittadini che utilizzano il trasporto ferroviario per spostarsi, specie se c'è di mezzo una bici, almeno a Rimini, possiamo renderci conto della portata del cambiamento in atto. Il trasporto bici sul veicolo, insomma, non è un valore in più, un optional, ma è una scelta programmatica fondamentale per la mobilità riminese.
Un cenno merita sicuramente la questione della linea 11, che, come sappiamo, dovrà essere rimodulata. Chiariamo subito che è legittimo pensare ad un servizio circolare ad anello, ma è altrettanto doveroso garantire il mantenimento di un servizio filoviario vicino alla costa. Il grande difetto del TRC, come sappiamo, è la distanza dalla spiaggia (300mt. circa contro i 25-50 della linea 11 Filovia Rimini-Riccione). Certamente con l'introduzione del servizio di Trasporto Rapido Costiero la linea 11 non potrà rimanere così com'è: il TRC sarà il servizio principe, mentre la linea 11 sarà di natura accessoria e al tempo stesso completiva della modalità di Trasporto Rapido Costiero. In sostanza, bisognerà allargare le frequenze, spostandole dagli attuali 12-15 minuti a 30-45 minuti e prestando attenzione alle coincidenze con i principali treni che fermano a Rimini e a Riccione (stessa operazione dovrà essere effettuata con la linea 125 in quel di Cattolica).
Spostando il discorso su Rimini e sulle coincidenze con la futura linea 11, penso ai treni Intercity (uno ogni ora diretto alternativamente verso Nord e verso Sud), ai numerosi Frecciabianca (due ogni ora rispettivamente verso Nord e Sud), con particolare attenzione al Frecciabianca serale proveniente da Roma Termini e diretto a Ravenna, con ritorno nella capitale nella primissima mattinata del giorno successivo, e soprattutto ai Treni Altà Velocità Frecciarossa (mattutini e serali) e NTV Italo, che saranno i principali carrier tra i grandi hub dell'Alta Velocità Italiana (Milano, Firenze, Roma, Torino, Venezia, Napoli, Bari, Salerno) e la nostra città. Ad intercettare il flusso di viaggiatori penseranno ovviamente gli eventi organizzati sulla Riviera nel corso dell'estate. Particolare attenzione nell'organizzazione dell'orario dovrà essere data ai treni specificatamente turistici, come i servizi TPER Rimini-Suzzara e Freccia Orobica (Bergamo-Pesaro), soprattutto all'Eurocity di OBB/DB che collega in ogni weekend estivo Rimini a Monaco di Baviera.
Il TRC invece sarà in grado di servire i passeggeri provenienti da qualsiasi tipologia di treno, a partire dai Regionali e Regionali Veloci, per arrivare ai treni di categoria superiore, ovvero i già citati Intercity, Frecciabianca, Frecciarossa, Italo NTV e soprattutto il treno Internazionale Rimini-Monaco di OBB/DB.
La coesistenza dei due servizi, pur con la prevalenza della nuova modalità di trasporto, pare necessaria in una fascia così urbanizzata e ricca di strutture ricettive e famosi locali come Rimini e Riccione. Tuttavia è comunque plausibile l'idea di un servizio parallelo ad anello, filoviario o automobilistico che sia, funzione peraltro già parzialmente assicurata dalle autolinee urbane circolari destra e sinistra 18 e 19.
Insomma, di carne al fuoco ce n'è parecchia se si parla di mobilità: ora, a cantiere del TRC ormai ultimato, bisogna mettersi al lavoro.

mercoledì 27 luglio 2016

Primi addii a Rimini: in demolizione i Pollicino

Stamattina sono partiti verso la demolizione i due Iveco Autodromo Pollicino, facenti parte dello zoccolo duro storico del parco bus riminese. Di seguito un breve resoconto da me redatto sul forum TrasportiPubblici.net, nella discussione relativa a Start Romagna Rimini.

"Con una lacrima a rigare il volto.
Questo che mi accingo a proporre è un breve resoconto dedicato interamente ai tristi protagonisti di questa mattinata e di questa giornata, gli Iveco Autodromo Pollicino, che proprio questa mattina ci hanno silenziosamente e inspiegabilmente lasciato, confermando le voci che si erano susseguite nei giorni scorsi riguardo ad una loro probabile dipartita. L'ultima volta che ho visto un Pollicino (trattasi della matricola 30021), mi trovavo lungo Via Carlo Alberto Dalla Chiesa: il mezzo non era posteggiato nel solito angolo dei radiati ma direttamente in rampa di lancio per partire verso l'ultimo viaggio, senza tanti preavvisi, a fianco del grande cancello di chiusura della struttura. Assieme ai piccoli urbani arancioni, anche due Iveco 315 Poker se ne sono andati: questi ultimi però fanno parte del bacino di Forlì-Cesena, ma sono ugualmente due splendidi mezzi.
Gli scatti che vedrete sono già stati ovviamente pubblicati e non c'è nulla di nuovo, solo l'atmosfera già carica di nostalgia per la loro sagoma aggraziata ma pulita che non rivedremo mai più. La dinastia dei Pollicino si apre con i servizi per disabili promossi da ATAM e ripresi da TRAM Rimini (ora di competenza della Cooperativa Sociale La Romagnola), per poi sbarcare nell'ambito urbano. Assieme ai Mauri sono stati i protagonisti della mia infanzia, con i vorticosi pomeriggi passati a bordo della linea 1, espletata proprio da loro quando gli Alé cominciavano a muovere i loro primi passi (sia quelli a gasolio sia quelli ibridi, che ci hanno lasciato anni fa per fornire ricambi a TPER Bologna). Definitivamente chiusa la stagione con la linea 1, comincia per i Pollicino il lento ma inesorabile declino: man mano vengono radiati e demoliti tutti gli esemplari marcati "20P" (1 porta), seguiti a stretto giro dai "35P" e dai "TH11". Ne rimangono solo due, un New 35P (matricola 30019) e un 35P ex Comune di Cesena e ATR (matricola 30021), che tra gli stenti continuano ad espletare saltuari servizi. La loro ultima assegnazione è quella al deposito di Riccione, dal quale sono stati prelevati qualche giorno fa per essere trasferiti a Rimini, in vista dell'ultimo viaggio, compiutosi oggi.

Il nuovo che se ne va. Gli scatti che vedrete sono stati da me realizzati nella giornata del 29 marzo 2016, quando ho deciso di passare qualche ora a Riccione per alcuni scatti relativi alle linee 43 e 125. Il tutto è nato da un improbabile inseguimento del filosnodato VanHool AG300T matr. 36504, motivato dalla curiosità di vedere dove questi avrebbe alzato i trolley. Giunto a Riccione P.le Curiel " in testa alla gara", ho deciso di abbandonare, deluso dall'atteggiamento del filoviere, il mio inseguimento (il filosnodato si è fatto entrambi i viaggi in termico). Dopo qualche attimo speso a rifiatare e a documentare la partenza della linea 43 e l'arrivo della 125, il richiamo del Bredabus 3001.12, che sapevo essere posteggiato in Viale Lombardia, nello spiazzo della Geat dedicato al rimessaggio dei bus Start, è stato troppo forte. Così, oltrepassata la SS16, mi sono addentrato nel periferico quartiere di San Lorenzo e in breve ho raggiunto la destinazione. Lì, avendo trovato un membro del personale piuttosto gentile, ho avuto modo di entrare nelle "segrete stanze" dello spiazzo riccionese, dove ho trovato due scuolabus Cacciamali, vari Siccar, il mitico Bredabus, tanto ricercato e, discreti ma non sottovalutabili, entrambi i Pollicino (ed è stata una sorpresa vederli), il New 35P e il piccolo e anziano (nonché malmesso purtroppo) 35P. Ecco dunque gli scatti realizzati quel giorno, ricco di soddisfazioni e che, a conti fatti, è stato fondamentale per la documentazione del parco "storico" operativo e circolante (senza la gita a Riccione non avrei nessuna foto del Pollicino New 35P...), che a questo punto corre seri rischi di venire decimato in questa torrida estate rivierasca (Foto Lollobus 29 mar. 2016).






Questi sono gli scatti dedicati alla matricola 30019, un Iveco 49.12 Autodromo Pollicino New 35P, immatricolato da TRAM Rimini il 06/05/1997, immesso in circolazione nel 2000, acquistato usato da AMS di San Benedetto del Tronto (AP), munito di 2 porte a libro, 9 posti a sedere, 1 di servizio, 28 posti in piedi (totale 38 posti), con sedili in plastica, lungo 6,32m, peso 5532kg, portata massima 2312kg, alimentato a gasolio, Euro 0, potenza 90kW, cavalli fiscali 25, cilindrata 2800, cambio manuale e indicatore a led di tipo Aesys. Targa BK 044 ZA, numero di telaio ZCFC4980102200664, colore arancio con fascia bianca regionale con loghi Start Romagna (dati desunti dal documento Excel Bus 2012, redatto da Mattia).

Da Riccione alla stazione. Da Riccione (con alcuni scatti realizzati all'interno del deposito alla matricola sottoindicata), passiamo alla stazione ferroviaria di Rimini, dove, in data 13 aprile, ho trovato fermo nel posteggio gratuito il Pollicino matr. 30021. Per me che ho avuto l'onore di essere frequentatore assiduo dei loro piccoli ma comodi sedili, quando l'anno scorso ho rivisto proprio lui all'uscita da scuola per un ultimo e indimenticato servizio sulla linea 1 è stata un'esperienza catartica: ammirare il conducente "manovrare" il cambio manuale con estrema difficoltà mi ha fatto sorridere, riportandomi ai ricordi di bambino. Così come è stata un'esperienza strana trovarsi lo stesso Pollicino quel giorno in stazione, misteriosamente fermo; chissà quale servizio avrebbe espletato, magari proprio la linea 1, sulla quale quel giorno compariva il Cacciamali TCM 8.90 matr. 31407 che si intravede dall'altra parte della strada in una delle foto (Foto Lollobus 29 mar. 2016 e 13 apr. 2016).

















Questi scatti, invece, raffigurano la matricola 30021, un Iveco 49.10 Autodromo Pollicino 35P, immatricolato dal Comune di Cesena il 17/11/1988, poi passato ad ATR e infine a TRAM Servizi, immesso in circolazione a Rimini nel novembre 2010, munito di 2 porte a libro, 9 posti a sedere, 1 di servizio, 28 in piedi (totale 38 posti), con sedili laminati, lungo 6,40m, peso 5000kg, portata massima 2312kg, alimentato a gasolio, Euro 0, potenza 68kW, cavalli fiscali 23, cilindrata 2445, cambio manuale e indicatore a led tipo Aesys. Targa EF 498 PH, numero di telaio ZCFC4960002008681, colore arancio con fascia bianca regionale, senza loghi Start Romagna (dati desunti dal documento Excel Bus 2012, redatto da Mattia).

Certamente tra tutti questi dati ne manca uno fondamentale, la data di demolizione, che aggiorniamo oggi al 27/07/2016. Una data da tenere bene in mente, dato che oggi è l'inizio della fine dei bus che hanno fatto la storia del trasporto pubblico riminese per oltre trent'anni. Dei Pollicino ricordo bene il suono del motore percepito dall'interno, un rumore assolutamente inconfondibile e particolare, dato dal motore Fiat 8140.27, montato su telaio Fiat 49.10/49.12 Daily. Anche dall'esterno, così come accade per Siccar e Alice, il loro arrivo era annunciato da questo particolare rumore, grazioso, quasi da cartone animato. Peccato che questo suono, così speciale, oggi non si senta più, né a Rimini né in Romagna. Forse, in presenza di una legislazione apposita, si sarebbe facilmente potuto salvare almeno uno di questi due mezzi, per restaurarlo e adibirlo a corsette storiche per cittadini e turisti, ma purtroppo la Regione Emilia-Romagna, per erogare i finanziamenti per l'acquisto dei nuovi bus, esige questi pesanti tributi (almeno per noi apatras). Tutte le parole spese sulla loro eventuale preservazione, purtroppo, ad oggi, sono parole al vento. Ne rimangono solo due che possiamo pronunciare: Addio Pollicino!"

Un cenno merita la questione sorta tra gli appassionati sulla anticipata e non preventivata radiazione e demolizione di questi mezzi. Riprendendo sempre un mio post su TrasportiPubblici.net fornisco la mia versione dei fatti:

"Forse i Pollicino avevano presentato già dei problemi in questi ultimi giorni, tale da comprometterne il loro utilizzo e da rendere necessaria la demolizione. Mi fa specie però che sino a due settimane fa il Pollicino New 35P effettuasse le corsette del personale e che nel giro di pochi giorni abbia presentato così forti problemi. Il 35P già esteticamente sembrava malmesso, non so se anche a livello tecnico-motoristico fosse così ma certamente la sua demolizione è già più plausibile. Forse la Regione aveva pronta una prima tranche di finanziamenti per Start e ha giustamente richiesto la demolizione di alcuni mezzi prima di erogare fondi. Start, vedendosi costretta, ha così deciso di sacrificare i mezzi meno utilizzati e meno strategici (demolire, per intenderci, un Siccar o un Alice sarebbe stata una follia vista la loro utilità sulle corse scolastiche e sulle linee in generale nella stagione invernale). I Pollicino invece non vengono utilizzati quasi mai e la linea 1, su cui hanno percorso la maggior parte dei chilometri, si regge benissimo con gli Alé, pur privi della sfortunata unità 31414 e, visti i lavori in Via Cavalieri per l'Anello della Nuove Piazze, con i Cacciamali TCM8.90."

A completamento della relazione, inserisco gli scatti realizzati da Roberto Renzi e pubblicati sulla pagina Facebook Trasporti Pubblici in Romagna questa mattina intorno alle ore 10.15, nel momento in cui i Pollicino stavano per partire verso il demolitore.


Il mio augurio è che questi gloriosi mezzi vengano rimpiazzati con altrettanti bus di buona qualità, che durino tanto quanto è durato "l'impero" dei piccoli Iveco Autodromo Pollicino per il bene della nostra città.

mercoledì 13 luglio 2016

OT: dichiarazione in merito all'incidente ferroviario in Puglia del 12 luglio 2016

Da appassionato di trasporto pubblico e di ferrovie non posso non unirmi e stringermi al dolore dei parenti delle vittime e dei feriti dell'incidente avvenuto ieri in Puglia, sulla tratta Andria-Corato gestita da Ferrotramviaria spa, costato la vita a decine di persone. Non voglio fare e respingo ogni tentativo di polemica perché ritengo che ci sia un inviolabile fascia temporale di rispetto del dolore altrui. Le discussioni verranno dopo. Inoltre ci tengo a chiarire che aborrirò ogni tentativo di strumentalizzazione della disgrazia per altri scopi specie politici come sempre più spesso accade perché il dolore altrui non è merce di scambio per ottenere un voto o un applauso in più. Auspico che le discussioni che verranno siano finalizzate al miglioramento dei mezzi e degli strumenti umani e tecnologici affinché simili disgrazie non avvengano più e non per soddisfare questo o quell'interesse di terzi. I "giorni del dolore" non devono trasformarsi come sempre più spesso succede nei giorni della polemica inutile e indecorosa che cavalca l'onda di una falsa indignazione per soddisfare interessi altrui. Il dolore deve rimanere tale.
Auspico in ugual modo che qualsiasi accorgimento sia legislativo, che lavorativo, che tecnologico eseguito in futuro nel campo ferroviario tenga conto dell'esperienza di questa tragedia per evitarne il ripetersi in altre circostanze. Uomo e macchina lavorino assieme per la sicurezza dei viaggiatori!
Non voglio né ritengo opportuno commentare le cause della vicenda perché a stabilirle penserà la magistratura e respingo qualsiasi avventata ipotesi fatta a riguardo senza conoscere a fondo i fatti.
Infine mi unisco al cordoglio espresso da Associazione Treno Bianco Azzurro, di cui sono orgogliosamente socio, e dalle pagine Facebook "C'era una volta la Ferrovia Rimini-San Marino", "I Treni d'Italia" e "Treni a Fano&Co.".
 
 

venerdì 13 maggio 2016

Ultime corse per i veterani del trasporto pubblico riminese


Tempo di rinnovi in casa Start Romagna! Aderendo al bando regionale per il rinnovo del parco autobus emiliano-romagnolo, promosso da TPER (Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna, gestore del trasporto pubblico di Bologna e Ferrara, oltre che del servizio ferroviario ex FER), Start prevede di acquisire 77 mezzi per l'anno in corso, di cui 25-30 dovrebbero essere destinati al bacino di Rimini.

Con l'arrivo a gennaio dei tre apprezzatissimi IvecoBus Crossway serie 34221-34223, destinati a diventare sei (consegnate in questi giorni le vetture serie 34224-34226), si è cominciato a mandare dal demolitore alcuni storici mezzi "padani" acquisiti da FP nel corso degli anni Ottanta, in particolare delle due tipologie di Fiat 370 presenti a Rimini, i Fiat 370.12.L25 e gli Iveco 370S.12.30. Si prevede che con l'ingresso in servizio dei tre nuovi Crossway altri storici bus ex Ferrovie Padane verranno accantonati: nella lotteria rientrano altri due Fiat 370.12.L25, due Iveco 370S.12.30 e il corrierone Iveco 370S.12.30/T Orlandi Domino GT, che ultimamente ha fatto registrare diversi problemi di contenimento dell'olio, venendo temporaneamente rimpiazzato da altri mezzi sulle corse di cui è assegnatario.

Non solo corrieroni però... molti altri mezzi in via di radiazione appartengono anche alla flotta urbana, come i quindici CAM Siccar, immatricolati tra il 1985 e il 1988, i due CAM Alice e il Bredabus 3001 del 1991 e i due Pollicino rispettivamente del 1997 e del 1988. Questi mezzi hanno rappresentato un'epoca importante del trasporto pubblico riminese; il rinnovo della flotta è partito a metà degli anni Settanta con i nuovissimi filobus Volvo Mauri, costruiti dalla carrozzeria milanese in collaborazione con i tecnici ATAM, per poi proseguire con i famosi Inbus, i Menarini, i DeSimon e appunto Siccar, Alice e Bredabus. La sostituzione di questi veicoli, gli ultimi rappresentanti di un rinnovamento straordinario contrassegnato da un notevolissimo sforzo economico, rappresenterà un importante passo nella storia del trasporto riminese; questo periodo strategico per il TPL rivierasco è cominciato nel 2009 con la radiazione dei primi della lista degli acquisti, i filobus Mauri, oggi rimpiazzati dai belgi VanHool, e degli Inbus, sostituiti dagli Irisbus Citelis, e si chiude quest'anno con il definitivo pensionamento dei veicoli sovracitati. Non è ancora chiaro a chi dovranno cedere le armi i demolendi autobus: sta di fatto che entro l'estate (forse con l'unica eccezione dei Fiat 370) tutti verranno accantonati per il consueto riposo, che si trasformerà in una “quiescenza” definitiva. Gli autobus dovranno ovviamente essere tutti demoliti in base alle norme contenute nel regolamento regionale per l'erogazione dei finanziamenti pubblici ai soggetti gestori del TPL per l'acquisto di nuovo materiale rotabile (con buona pace degli appassionati, che li considerano naturalmente dei simboli indimenticabili).

Tuttavia -e apriamo una breve parentesi- qualcosa negli ultimi anni è stato fatto nei riguardi del parco storico, anche se unicamente grazie all'interesse di enti privati: nel 2012 l'Ing. Enrico Fabbri, ex direttore dell'ATAM durante gli anni Settanta e principale fautore dell'acquisto dei filobus Mauri, ha ottenuto da Agenzia Mobilità in comodato gratuito il filobus matricola 1017 TRAM, l'ultimo del lotto delle 17 vetture a suo tempo acquistate dall'Azienda Trasporti Autofiloviari Municipali. Giusto qualche settimana fa, invece, faceva le valigie dal deposito di Rimini il bipiano Fiat 412 Aerfer matricola 32729, il mitico autobus a due piani utilizzato come ufficio informazioni del Blue Line in P.le Kennedy, con destinazione La Spezia, dove presto verrà esposto negli spazi dell'Associazione StoricBus-Museo dell'Autobus Italiano, in mezzo ai già molti bus veterani del TPL italiano; un orgoglio per la nostra città, che non è stato affatto reso noto presso le varie testate giornalistiche locali. L'impresa realizzata dai soci StoricBus ha quasi dell'incredibile, in quanto il mezzo in questione era soggetto a rigidi vincoli che ne imponevano la demolizione (avvenuta per il veicolo gemello a dicembre scorso) ma grazie ai contatti tra la dirigenza di Start e il mondo degli appassionati il salvataggio provvidenziale è stato possibile. Peccato che in Italia non esista un organo, come può essere in campo ferroviario la Fondazione FS, che si occupi di rimettere in marcia il parco storico e che operi sull'intero territorio nazionale: spesso infatti le associazioni locali hanno vita difficile e non possono permettersi ingenti sforzi economici (ecco perché il blitz riminese di StoricBus ha dell'incredibile). Un altro ente, la siciliana Associazione Mediterranea Autobus Storici, è riuscita nell'intento di salvare dalla fiamma ossidrica tre anziani Fiat 418 Cameri, in uso al petrolchimico di Gela, tra i quali è presente la ex matricola 1816 ATAM-TRAM Rimini. Sul parco bus storico serve assolutamente una legge e un centro di coordinamento nazionale, che si occupi della conservazione e trasmissione della memoria delle varie tappe della storia del TPL italiano, sia attraverso restauri funzionali, sia attraverso la raccolta di fotografie e documenti d'archivio dei vari gestori, che magari possa offrire ai cittadini anche dei contenuti digitali su un apposita pagina web, dove poter stabilire un contatto diretto con esperti del settore, dirigenti TPL e appassionati che mettano a disposizione le loro conoscenze e le loro esperienze a riguardo.

Tornando alle nostre considerazioni sul TPL riminese, come detto, la radiazione di Siccar, Alice, Bredabus e Pollicino costituirà un passaggio fondamentale per il trasporto urbano cittadino: infatti, i demolendi autobus sono anche gli ultimi veicoli precedenti all'introduzione nella realtà riminese del pianale ribassato, divenuto ormai un must per i gestori del trasporto pubblico nel mondo; un importante salto di qualità dunque anche verso la completa fruibilità dei mezzi pubblici, che diventeranno davvero alla portata di tutti. Il TPL, quale servizio per la cittadinanza, deve farsi portatore di un messaggio e di un'operazione di inclusione sociale, attraverso gli strumenti che ha a disposizione: certamente a livello pratico il primo step è costituito dall'acquisto di mezzi "low entry" muniti di assistenza per gli utenti con disabilità, attraverso l'impiego di pedane, magari automatiche, per facilitare la salita e la discesa dai bus, ma in seconda istanza bisognerà sicuramente promuovere campagne di solidarietà e di sensibilizzazione in tema di socialità, oltre che garantire un servizio che risponda ad ogni esigenza: gli abbonamenti agevolati, introdotti anche quest'anno da Start in collaborazione con il Comune di Rimini, da sempre in prima linea come ente promotore di simili iniziative, sono certamente un tassello importante di quell'ampio progetto di inclusione sociale che deve naturalmente riguardare anche il mondo del ferro: è di questi giorni infatti la notizia dell'auspicato intervento sulle banchine della stazione ferroviaria di Rimini FS, che presto verranno rialzate fino a 550cm, altezza standard in base ai parametri europei.

Un altro importante elemento è la qualità del servizio stesso, che deve essere espletato secondo fasce orarie ben definite e con materiale rotabile adeguato: una sfida per il futuro del trasporto riminese, che comincia ad entrare nel vivo a partire dal prossimo autunno, quando verrà effettuata la completa sostituzione dei mezzi più anziani per immettere in servizio le ultime novità (se le cose dovessero mettersi male non è escluso un'introduzione anticipata nel corso dell'imminente estate). Il pubblico fruitore dei servizi di trasporto è attirato dalla qualità del mezzo pubblico, che, con i tempi che corrono, arriverà allo stadio di obsolescenza sempre più velocemente e dovrà essere sostituito in maniera più rapida e continua. Per questo preoccupa il disinvestimento statale in termini di trasporto pubblico, che probabilmente renderà il TPL italiano sempre meno competitivo a livello europeo, dove la tradizione del rinnovo continuo è ormai affermata. Un bus nuovo e di qualità attira gli utenti, genera economia per il gestore e costituisce un importante brand per l'azienda, che incentiva la fidelizzazione del cliente e aumenta le probabilità che quest'ultimo voglia usufruire nuovamente del servizio offerto, che stima comodo, sicuro, veloce ed adatto alle sue esigenze. Per tale operazione, che conta nel novero delle attività anche un po' di sano marketing, occorre certamente pianificare in maniera adeguata i servizi, in modo che questi non risultino scarsi o eccedenti e per tale scopo bisogna certamente servirsi anche di indagini ad hoc sul numero di passeggeri in modo da effettuare una statistica e pianificare le attività future; strumento, quest'ultimo, che fa comodo anche in termini di spending review, vista la possibilità di eliminare gli sprechi e reinvestire le risorse risparmiate in altri campi o magari metterle nel salvadanaio per futuri acquisti. Fondamentali saranno le sinergie attuate dai vari enti interessati, per migliorare i servizi e accrescerne la qualità: spiace dunque vedere come il Comune di Coriano si sia tirato indietro nei confronti di questa sfida, abbandonando il tavolo e le quote societarie in Agenzia Mobilità, abbandono a cui hanno fatto seguito anche altre defezioni. Fare squadra resta l'imperativo, senza il quale risulta impossibile realizzare progetti seri, efficaci e di lunga durata.

Altra importante questione è quella dell'ambiente: i nuovi autobus dovranno farsi interpreti di una rinnovata coscienza ambientale che in questo periodo sta animando tutta la città grazie in primo luogo ai cantieri del PSBO, ma anche attraverso le piste ciclabili che favoriscono la mobilità dolce ed ecologica. Questa idea di mobilità dovrà riflettersi negli acquisti per l'area urbana riminese (ovvero gli autobus che sostituiranno l'indimenticabile serie (3)17xx formata da Siccar, Alice e Inbus): come per i Crossway Euro 6 entrati in servizio sulla linea 160, i nuovi urbani di Start dovranno tenere sotto controllo i livelli di emissione del Pm10 e al contempo assicurare efficacia e funzionalità attraverso un motore di nuova generazione che riduca al minimo le ripercussioni negative sulla qualità dell'aria, i cui dati schizzano oltre il limite ogni qualvolta si assiste ad un semplice temporale. La tecnologia consente oggi di realizzare motori con emissioni basse e questa innovazione deve rientrare nei parametri per la valutazione degli acquisti da parte di Start. In questo senso le altre città romagnole, in particolare Ravenna e Forlì, sono molto più avanti di noi: le precedenti gestioni hanno investito fortemente sui mezzi a metano e i risultati, nel tempo, anche a livello di qualità dell'aria, si sono visti. Dunque anche per Rimini è auspicabile un'azione sinergica con le Amministrazioni comunali per definire un piano per l'ambiente che coinvolga tutte le fasce di trasporto e tutte le realtà del territorio.

Ripartire dal passato per un futuro migliore è certamente una priorità per un'area come quella riminese che sta vivendo una profonda fase di innovazione. Il trasporto pubblico urbano deve naturalmente farsi interprete di questo cambiamento promuovendo un nuovo modo di fare e intendere la mobilità: si è cominciato con il piede giusto con l'acquisto dei Crossway; ora bisogna proseguire lungo la strada tracciata e cogliere l'occasione della radiazione dei mezzi Euro 0 ed Euro 1 per implementare la qualità del servizio di trasporto offerto; il che, come abbiamo visto porterà beneficio in tutti i sensi.

Ma salvare Siccar, Alice e gli altri bus si può? Assolutamente sì! Sono sicuramente molte le associazioni di appassionati che farebbero a gara per aggiudicarsi dei mezzi del genere, ma la complicata situazione burocratica certo non aiuta. Magari qualcuno -come molti “apatras” sperano- riuscirà a conservare uno dei mezzi in via di radiazione tramite un accordo con AM come successo per il filobus Mauri (cosa che auspichiamo) e magari tramite questo realizzare un'iniziativa di notevole interesse socio-culturale come un bus turistico che porti il visitatore a coniugare la bellezza di un viaggio su un mezzo storico a un'esperienza del territorio e delle varie iniziative proposte. Come ci hanno dimostrato la Fondazione FS o, senza andare troppo lontano, Adriavapore -Associazione Treni Storici Emilia-Romagna, organizzare manifestazioni del genere con un discreto successo si può: basta crederci! Ma devono crederci tutti, AM e Start in primis, oltre alle imprese e al Comune. Ricordare il passato è il miglior slancio verso un futuro migliore, come ricorda il motto “tradizione e innovazione”: ed è grazie a quel passato che oggi Rimini può essere responsabile di fronte ad un scelta tanto importante, che segnerà il futuro del trasporto pubblico per i prossimi trent'anni. Anche i Siccar, gli Alice, il Bredabus, i Pollicino e i Fiat 370, a suo tempo, sono stati una scelta di qualità, che ha premiato l'allora ATAM (FP poi FER nel caso dei “corrieroni”) e ha supportato successivamente TRAM. Trent'anni non sono pochi per un autobus: poniamoci dunque come cittadinanza un punto fermo dal quale partire, ovvero quello di garantirci per i prossimi tre decenni un servizio pubblico all'altezza delle aspettative turistiche e all'altezza delle buone norme del viver civile, quali il rispetto per le diverse categorie sociali e verso l'ambiente. Allora ATAM e FP si fecero interpreti di quel cambiamento con degli acquisti di qualità; concentriamoci dunque nel proseguire su questo importante solco, tenendo conto dei moderni strumenti a nostra disposizione e delle nuove tecnologie sviluppatesi nel corso di questi trent'anni.

Per finire, vediamo una piccola galleria che riassume in breve la storia di questi importantissimi veicoli del trasporto pubblico:

Uno dei quindici CAM Siccar 177/04 LU ancora in servizio: i mezzi furono acquistati tra il 1985 e il 1988, per andare a sostituire un variegatissimo ventaglio di vetture, costituito principalmente da autobus Menarini. Insieme agli Inbus hanno segnato la storia del TPL urbano, espletando le più importanti linee quali 4, 9, 11 (tabelle non elettriche), 18, 19, 124, 125 oltre ai servizi discoteche Blue Line introdotti grazie all'Ing. Ercole Fabbri nel 1986. Dopo 30 anni di onoratissimo e intenso servizio, si preparano per il definitivo accantonamento estivo, finito il quale non rientreranno più in servizio.

Dopo la demolizione della matricola 31758, sono due i CAM Alice Siccar 286.21 NU circolanti nel territorio riminese. Autobus urbani corti (10m rispetto ai 12m dei Siccar), hanno espletato in maniera continuativa le linee di collegamento tra l'area urbana e il territorio circostante (3, 7 e 16 su tutte) ma anche alcune importanti autolinee urbane come le due circolari. Spesso devoti anche al servizio scolastico, rappresentano gli ultimi acquisti da parte di ATAM: furono infatti immatricolati a inizio 1991.

Pezzo unico del parco riminese è invece il bus extraurbano costruito dal consorzio Bredabus, nato dalle ceneri di Inbus (tra le aziende facenti parte dei due consorzi c'era anche Siccar). Il Bredabus Breda 3001.12 Siccar 286.21LS è stato anch'esso acquistato nel 1991. Dopo una lunga permanenza nell'ambito riminese, il bus è passato sotto la competenza del deposito di Riccione, per il quale sta espletando attualmente numerose corse in orario scolastico di fondamentale importanza per il trasporto degli studenti, ma talvolta anche la linea costiera 125.

I piccoli Iveco 49.12 Autodromo Pollicino 35P e New 35P hanno una storia del tutto particolare: acquistati come successori degli antenati 20P a una porta per l'espletamento del servizio “Rimini per tutti” dedicato al trasporto disabili (oggi gestito da La Romagnola), i Pollicino hanno finito per sbarcare sulle linee urbane e non solo. Celeberrimi sono rimasti i loro turni sulla linea 1, della quale sono diventati simbolo incontrastato, ma altrettanto importanti sono stati i loro servizi sulle linee collinari, come ad esempio la 15. Oggi sono scarsamente utilizzati, ma c'è ancora spazio per impiegarli come scorta neve in Valmarecchia, come recentemente successo. Nella prima foto vediamo il Pollicino versione New 35P, mentre nella seconda il più anziano 35P.


Passando ai corrieroni “padani”, re incontrastati e simboli del trasporto pubblico in Valmarecchia, ecco il Fiat 370.12.L25 esposto al Matrioska Lab Store presso il parcheggio ex Padane in data 31 maggio 2015. Il parcheggio sino al 2012 è stato il deposito di Ferrovie Emilia-Romagna, ex proprietaria del bus, avuto in dote da Ferrovie Padane nel 2001. L'area è stata anche sede del capolinea ferroviario della linea Rimini-Novafeltria, sostituita dagli autoservizi gestiti proprio da FP e poi passati a FER. Di seguito un'altra foto di un 370 ancora in esercizio.


Iveco 370S.12.30 in servizio lungo Via Bastioni Orientali, mentre espleta la linea 169 Santarcangelo-Torriana prolungata a Rimini per il servizio scolastico. Questi mezzi rappresentano la versione più moderna dei 370: Ferrovie Padane li ha immatricolati sul finire del 1988.

Iveco 370S.12.30/T Orlandi Domino GT in servizio su una delle tante linee scolastiche riminesi, contrassegnate ognuna da una lettera dell'alfabeto. Il bus, nonostante le sue caratteristiche spiccatamente adatte alle lunghe distanze (non a caso si tratta di un Gran Turismo), negli ultimi anni, a causa di problemi tecnici, è stato relegato al servizio scolastico urbano. Le forme, come si vede, sono ancora più moderne di quelle dei precedenti colleghi: il bus infatti è stato immatricolato nel 1991 ed è il più recente del parco 370 ex FER giunto a Start.


Concludiamo con un elenco dei mezzi in via di sostituzione, allegando anche l'anno di immatricolazione (le vetture sono tutte appartenenti alla categoria Euro 0):
30019
Iveco 49.12 Autodromo Pollicino New 35P
1997
30021
Iveco 49.12 Autodromo Pollicino 35P
1988
31716
CAM Siccar 177/04 LU
1985
31717
CAM Siccar 177/04 LU
1986
31718
CAM Siccar 177/04 LU
1987
31719
CAM Siccar 177/04 LU
1987
31720
CAM Siccar 177/04 LU
1987
31721
CAM Siccar 177/04 LU
1987
31722
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31723
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31724
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31725
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31726
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31727
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31728
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31729
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31730
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31756
CAM Alice Siccar 286.21 NU
1991
31757
CAM Alice Siccar 286.21 NU
1991
33101
Bredabus Breda 3001.12 Siccar 286.21LS
1991
34134
Fiat 370.12.L25
1985
34136
Fiat 370.12.L25
1986
34171
Iveco 370S.12.30
1988
34172
Iveco 370S.12.30
1988
34175
Iveco 370S.12.30/T Orlandi Domino GT
1991

Dopo aver visto i mezzi in via di sostituzione non si può non dare uno sguardo ai nuovi Crossway Euro 6 di Start Romagna.

Di seguito due dei nuovi CrosswayLE Euro 6 di Start Romagna, entrati in servizio in data 08/01/2016. I mezzi in versione lunga (12m) svolgono regolarmente servizio sulla linea 160, mentre quello più corto (10m, matricola 34061) espleta varie linee nella zona di Santarcangelo e Verucchio, oltre ad alcuni servizi scolastici.

(Foto Newsrimini.it)

In allegato la scheda degli IvecoBus Crossway:
34061
IvecoBus CrosswayLE Euro 6 10,8m
2015
34221
IvecoBus CrosswayLE Euro 6 12m
2015
34222
IvecoBus CrosswayLE Euro 6 12m
2015
34223
IvecoBus CrosswayLE Euro 6 12m
2015

lunedì 11 gennaio 2016

Rimini, il Capodanno più lungo del mondo


Anche quest'anno grande successo per la quinta edizione del Capodanno più lungo del mondo, format ormai consolidato frutto della cacciata del dispendioso e poco produttivo Capodanno Rai, con le telecamere della televisione puntate sul grande palco di Piazzale Fellini, sul quale si alternavano le più svariate personalità dello spettacolo.
Quest'anno i dati parlano di 150mila presenze e alberghi pieni anche l'ultimo dell'anno, per la gioia degli albergatori capitanati da Patrizia Rinaldis.
Oltre al classico concertone di Piazzale Fellini, in cui è stato protagonista Luca Carboni, sono stati tanti gli eventi in centro storico che hanno animato le viuzze e i vicoli, ma anche le piazze all'ombra delle grandi chiese e dei palazzi storici. Sul palco di Marina Centro sono saliti anche i riminesi Landlord, usciti da X-Factor, che hanno aperto il concerto del cantautore bolognese, che ha rispolverato un po' dei grandi successi degli anni Ottanta (“Mare mare”) unendoli alla nuova verve dell'ultimo album “Pop-up”, venduto in tantissime copie, complice l'alto gradimento del singolo “Luca lo stesso”. La festa si è poi spostata in centro storico, dove ad attendere riminesi e turisti c'erano tanti eventi dislocati in tanti siti di interesse storico-culturale della città: Teatro Galli, Cinema Fulgor, Domus del Chirurgo, Museo della Città, Santa Maria ad Nives, Piazza Cavour, Teatro degli Atti, Cineteca si vanno ad aggiungere ai tanti locali aperti per l'occasione, che anch'essi proponevano un ricco palinsesto non solo musicale.

Il concertone di Piazzale Fellini, come detto, ha visto protagonista il cantautore emiliano Luca Carboni, che ha così inaugurato al meglio il suo Pop-up Tour, riscuotendo grande successo di pubblico e tanti applausi all'ombra del Grand Hotel, simbolo dei fasti di Fellini e della Riviera. Ad aprire la sua performance i riminesi Landlord, recentemente eliminati dal talent X-Factor, che però hanno trovato apprezzamento tra i critici per il loro stile del tutto eclettico e personale, che molto si differenzia rispetto alle classiche boy band di stampo commerciale. Al brindisi di mezzanotte, assieme agli artisti, hanno partecipato anche il sindaco Gnassi e il vicesindaco Gloria Lisi, che hanno posato per i fotografi con i musicisti per le foto di rito.
La festa si è quindi spostata in centro storico. I tanti accorsi per il concerto di Carboni hanno sfilato lungo Viale Principe Amedeo e il Borgo Marina per poi riempire le sedi dei tanti eventi proposti.
 In alto: i Landlord e Luca Carboni in concerto a P.le Fellini (Foto Corriere Romagna e Bove per Il Resto del Carlino)




In alto: l'inchino dei Landlord e il brindisi di mezzanotte (Foto EmiliaRomagnaNews24 e Corriere Romagna)

In particolare, un grande successo ha registrato l'iniziativa allestita nel cantiere ormai completato del Cinema Fulgor, organizzata dall'Associazione Rimini Sparita ONLUS.
Tra le mura del cinema che sta per rinascere lo spettatore ha potuto immergersi nelle atmosfere della Rimini di una volta attraverso un video fotografico realizzato a partire dagli archivi di famiglia, composti di centinaia e centinaia di filmini in Super8 e fotografie che Rimini Sparita raccoglie con sempre vivo interesse dal 2012. Passando nella sala grande, ci si immerge in un ideale bagno nell'Adriatico con tre documentari che descrivono la Rimini balneare di tre epoche differenti: dagli albori del turismo, sino ai boom degli anni Trenta e Sessanta, con i filmati Luce e il cortometraggio ideato e diretto da Ermanno Cavazzoni sulla cosiddetta “civiltà del mare”, che analizza con toni disincantati e cinici il boom del turismo balneare attraverso la raccolta di filmini girati dalle famiglie dei turisti in vacanza sulla Riviera Romagnola. Nella sala piccola, si rivive il mito di Rimini nel cinema: da Amarcord di Fellini, che ha lanciato Rimini nell'immaginario collettivo mondiale, giungiamo a “Non pensarci”, commedia tragicomica sulla vita di Stefano Nardini (magistralmente interpretato da Valerio Mastandrea), che deve prendere le redini della sua famiglia allo sbando suo malgrado, lanciandosi in una avventura piena di colpi di scena, destreggiandosi tra il padre pensionato (Taco Celio), la sorella animalista (Anita Caprioli) e il fratello ingenuo e incompetente (Giuseppe Battiston). Nel mezzo, ci sono anche il capolavoro di Valerio Zurlini, “La prima notte di quiete” del 1972, con uno straordinario Alain Delon, girato in una Rimini cupa e invernale degli anni Settanta, che si rispecchia nelle personalità degli attori, e la commedia trash degli anni Ottanta “Rimini Rimini” di Corbucci, che descrive la Rimini spensierata e “discotecara” del divertimentificio fatta di belle donne e ormoni senza regola.



In alto: una fotografia dagli archivi di famiglia; un fotogramma del documentario sulla Rimini balneare nella sala grande del cinema; la sala grande del Fulgor, con il cantiere in svolgimento; Vanina e il professor Dominici (Sonia Petrovna e Alain Delon) in una scena dal film "La prima notte di quiete" (1972) di Valerio Zurlini.

Grande approvazione anche per la proiezione nel cantiere del Teatro Galli. Dopo la grande affluenza dell'anno scorso, si è prudentemente deciso di prolungare gli spettacoli, brevi ma intensi, fino al 6 gennaio. Luci e colori caratterizzano la proiezione, che idealizza il Teatro che sarà, fornendo una irripetibile vista sul cantiere che va avanti con lo sfondo visionario di Castel Sismondo, che diventa diretto protagonista degli spettacoli. Il grande lavoro di grapich design è arricchito dalle musiche dell'opera di Puccini “Madama Butterfly”, che accompagnano lo spettatore tra i colorati e mutevoli piani spaziali che accompagnano la proiezione. Il contesto è quello straordinario e suggestivo del Teatro in allestimento, con i primi palchi che incominciano ad intravedersi dalla platea e che avvolgono lo spettatore e accompagnano la sua vista al palco, dove è allestito lo schermo cinematografico. 


In alto: Luci sul palco dall'esterno (Foto Lorenzo Celli 1 genn. 2016), il cantiere del Teatro Galli in via di allestimento e un momento dello spettacolo "Luci sul palco" (Foto Lorenzo Celli 6 genn. 2016)

All'interno del Teatro, grandi suggestioni tra le due mostre recentemente allestite, “La prima stagione”, che descrive gli esordi del turismo balneare attraverso le fotografie provenienti dall'archivio di Alessandro Catrani e “The art of selling a bag” di Marco Morosini, che propone tante e particolari creazioni artistiche in cui domina il colore. Ad accompagnare il visitatore, un percorso musicale di dj-set, che ristorano dal freddo e richiamano alla grande festa estiva della Molo Street Parade.

 In alto: la mostra di Morosini "The art of selling a bag" (Foto Newsrimini), la mostra "La prima stagione" con le cartoline d'epoca di Alessandro Catrani nella Sala delle Colonne e una delle creazioni di Marco Morosini (Foto Lorenzo Celli 6 genn. 2016)

Intanto, sui sampietrini di Piazza Cavour, tra la pista di ghiaccio, il grande albero di Natale e i mercatini della Rimini Christmas Square, i più giovani hanno potuto vivere intensamente la nottata con i dj di Radio 105, che hanno proposto le hit del momento e un po' di musica italiana per trasformare la piazza in un grande dancefloor. 

In alto: il dancefloor di Piazza Cavour (Foto Lorenzo Celli 31 dic. 2015)

Come di consueto, anche quest'anno alla Domus del Chirurgo gli appassionati di musica hanno potuto dilettarsi con le black&white songs proposte da Lorenzo Semprini,frontman dei Miami&The Groovers (voce e chitarre), Daniele Rizzetto (voce e chitarre) e Michele Tani dai Nashville&Backbones (tastiere). Immersa nella casa di Eutyches e tra i grandi mosaici dell'antica Ariminum, per tutta la nottata è risuonata la grande musica americana, che ha continuato a far sognare i presenti dopo il grande cantautorato italiano di P.le Fellini. 
In alto: un momento musicale del trio Semprini-Rizzetto-Tani alla Domus (Foto Lorenzo Celli 1 genn. 2016)

Nel contesto della antica chiesa di Santa Maria ad Nives, già sede del Consiglio Provinciale, si è esibito il verucchiese Filippo Malatesta, che insieme ai virtuosi musicisti del quartetto EoS ha dato vita ad uno spettacolo in cui sono state riproposte le grandi canzoni della musica italiana e del rock estero unite ai brani scritti da Filippo, accompagnati per l'occasione dal talentuoso quartetto d'archi che ha rifinito i passaggi della chitarra acustica. Grande successo di pubblico, per rivivere assieme brani celebri di Battisti, de André, Dalla, U2, Jeff Buckley, Radiohead, Rem, John Lennon e la sorpresa di “Smoking on the water” dei Deep Purple eseguita dai soli archi. 
In alto: Filippo Malatesta e il Quartetto EoS a Santa Maria ad Nives (Foto Lorenzo Celli 31 dic. 2015)

Nel vicino Museo, da poco intitolato a Luigi Tonini, ancora tanta musica con l'ensamble cameristico “Quintessenza” composto dalla riminese Chiara Raggi (voce, chitarra), Sara Galli (flauto e voce narrante), Federica Gemini (flauto e basso elettrico), Margherita Marsciani (violino) e Greta Muscioni (violoncello), che hanno dilettato gli spettatori accompagnandoli con le loro melodie alla scoperta dei capolavori del Trecento riminese e nelle sale al piano terra dedicate a Fellini e al genio di René Gruau (al secolo Renato Zavagli Ricciardelli), grandissimo illustratore di moda, che ha disegnato per le più grandi firme mondiali, tra cui Dior, Laura Biagiotti e tanti altri. I bambini, nel frattempo, hanno potuto intrattenersi alla scoperta del vasto patrimonio che offre il Museo con attività a loro deidicate.
Nel cantiere dell'Ala moderna, i giovani amanti della disco-music hanno potuto ballare e divertirsi tra dj-set, visual art e video mapping in 3D sotto un grande tendone che richiama al circo felliniano in una atmosfera ipnotica e elettrizzante.
 In alto: l'atmosfera ipnotica all'interno dell'Ala moderna del Museo e il tendone del circo nei giardini intitolati a Khaled-al-Asaad, l'archeologo ucciso dall'Isis a Palmira (Foto De Luigi per Newsrimini)

Al Teatro degli Atti, si è andati alla scoperta della musica latino-americana e statunitense con Trans-America con Del Barrio, Gran Caribe e Wanna be Americano, che hanno accompagnato i presenti in un percorso musicale alla scoperta della varie tradizioni d'oltreoceano, tra balli, danze e musica. 
In alto: al Teatro degli Atti con Wanna be Americano e il concerto di Trans-America (Foto Newsrimini)

Alcuni eventi sono andati in scena anche in Piazza Pascoli a Viserba, con la disco-music anni Settanta e Ottanta e al Circolo Milleluci di Via Isotta, nei pressi di Sant'Agostino, che festeggia il passaggio da circolo Arci ad circolo Aics con panettone e vin brulet per tutti.

Subito dopo la lunga notte del 31.12, per i più resistenti c'è stata la possibilità di assistere all'Opera di Capodanno 2016 organizzata dal Comune di Rimini in collaborazione con Opera Futura al Palacongressi di Rimini presso la Sala dell'Anfiteatro. Dopo il grande successo del Nabucco di Verdi, quest'anno è stata la volta della "Madama Butterfly" (1904) di Giacomo Puccini, che narra la commovente e tragica storia di Cio-cio-san, giovanissima geisha giapponese, che viene data in sposa all'ufficiale di Marina americano Pinkerton, che, al termine del suo incarico militare, ritorna negli Stati Uniti e si risposa, nonostante la leggiadra Butterfly gli avesse dato un figlio. Tre anni dopo, al ritorno di Pinkerton in Giappone con la nuova moglie Kate, Butterfly è costretta ad affidar loro il piccolo, per poi suicidarsi tragicamente nonostante le cure della sua fedele serva Suzuki. Oltre al cast straordinario, composto da cantanti quasi tutti italiani, ha accompagnato la vicenda la Chernivtsi Philarmonic Orchestra diretta dal M. Lorenzo Castriota Skanderbeg (sostituito in extremis alla prima) e il Coro Lirico Città di Rimini "Amintore Galli" per la regia di Paolo Panizza. L'opera è stata replicata il 3 gennaio sempre alle ore 17.30. Tanti applausi sia per cantanti che per orchestra e coro, con particolare attenzione al figurante che interpretava il piccolissimo figlio di Cio-cio-san.


In alto: la sala del Palacongressi si riempie prima dell'inizio della rappresentazione; il palcoscenico allestito per l'opera di Puccini (Foto Lorenzo Celli 1 genn. 2016)