venerdì 13 maggio 2016

Ultime corse per i veterani del trasporto pubblico riminese


Tempo di rinnovi in casa Start Romagna! Aderendo al bando regionale per il rinnovo del parco autobus emiliano-romagnolo, promosso da TPER (Trasporto Passeggeri Emilia-Romagna, gestore del trasporto pubblico di Bologna e Ferrara, oltre che del servizio ferroviario ex FER), Start prevede di acquisire 77 mezzi per l'anno in corso, di cui 25-30 dovrebbero essere destinati al bacino di Rimini.

Con l'arrivo a gennaio dei tre apprezzatissimi IvecoBus Crossway serie 34221-34223, destinati a diventare sei (consegnate in questi giorni le vetture serie 34224-34226), si è cominciato a mandare dal demolitore alcuni storici mezzi "padani" acquisiti da FP nel corso degli anni Ottanta, in particolare delle due tipologie di Fiat 370 presenti a Rimini, i Fiat 370.12.L25 e gli Iveco 370S.12.30. Si prevede che con l'ingresso in servizio dei tre nuovi Crossway altri storici bus ex Ferrovie Padane verranno accantonati: nella lotteria rientrano altri due Fiat 370.12.L25, due Iveco 370S.12.30 e il corrierone Iveco 370S.12.30/T Orlandi Domino GT, che ultimamente ha fatto registrare diversi problemi di contenimento dell'olio, venendo temporaneamente rimpiazzato da altri mezzi sulle corse di cui è assegnatario.

Non solo corrieroni però... molti altri mezzi in via di radiazione appartengono anche alla flotta urbana, come i quindici CAM Siccar, immatricolati tra il 1985 e il 1988, i due CAM Alice e il Bredabus 3001 del 1991 e i due Pollicino rispettivamente del 1997 e del 1988. Questi mezzi hanno rappresentato un'epoca importante del trasporto pubblico riminese; il rinnovo della flotta è partito a metà degli anni Settanta con i nuovissimi filobus Volvo Mauri, costruiti dalla carrozzeria milanese in collaborazione con i tecnici ATAM, per poi proseguire con i famosi Inbus, i Menarini, i DeSimon e appunto Siccar, Alice e Bredabus. La sostituzione di questi veicoli, gli ultimi rappresentanti di un rinnovamento straordinario contrassegnato da un notevolissimo sforzo economico, rappresenterà un importante passo nella storia del trasporto riminese; questo periodo strategico per il TPL rivierasco è cominciato nel 2009 con la radiazione dei primi della lista degli acquisti, i filobus Mauri, oggi rimpiazzati dai belgi VanHool, e degli Inbus, sostituiti dagli Irisbus Citelis, e si chiude quest'anno con il definitivo pensionamento dei veicoli sovracitati. Non è ancora chiaro a chi dovranno cedere le armi i demolendi autobus: sta di fatto che entro l'estate (forse con l'unica eccezione dei Fiat 370) tutti verranno accantonati per il consueto riposo, che si trasformerà in una “quiescenza” definitiva. Gli autobus dovranno ovviamente essere tutti demoliti in base alle norme contenute nel regolamento regionale per l'erogazione dei finanziamenti pubblici ai soggetti gestori del TPL per l'acquisto di nuovo materiale rotabile (con buona pace degli appassionati, che li considerano naturalmente dei simboli indimenticabili).

Tuttavia -e apriamo una breve parentesi- qualcosa negli ultimi anni è stato fatto nei riguardi del parco storico, anche se unicamente grazie all'interesse di enti privati: nel 2012 l'Ing. Enrico Fabbri, ex direttore dell'ATAM durante gli anni Settanta e principale fautore dell'acquisto dei filobus Mauri, ha ottenuto da Agenzia Mobilità in comodato gratuito il filobus matricola 1017 TRAM, l'ultimo del lotto delle 17 vetture a suo tempo acquistate dall'Azienda Trasporti Autofiloviari Municipali. Giusto qualche settimana fa, invece, faceva le valigie dal deposito di Rimini il bipiano Fiat 412 Aerfer matricola 32729, il mitico autobus a due piani utilizzato come ufficio informazioni del Blue Line in P.le Kennedy, con destinazione La Spezia, dove presto verrà esposto negli spazi dell'Associazione StoricBus-Museo dell'Autobus Italiano, in mezzo ai già molti bus veterani del TPL italiano; un orgoglio per la nostra città, che non è stato affatto reso noto presso le varie testate giornalistiche locali. L'impresa realizzata dai soci StoricBus ha quasi dell'incredibile, in quanto il mezzo in questione era soggetto a rigidi vincoli che ne imponevano la demolizione (avvenuta per il veicolo gemello a dicembre scorso) ma grazie ai contatti tra la dirigenza di Start e il mondo degli appassionati il salvataggio provvidenziale è stato possibile. Peccato che in Italia non esista un organo, come può essere in campo ferroviario la Fondazione FS, che si occupi di rimettere in marcia il parco storico e che operi sull'intero territorio nazionale: spesso infatti le associazioni locali hanno vita difficile e non possono permettersi ingenti sforzi economici (ecco perché il blitz riminese di StoricBus ha dell'incredibile). Un altro ente, la siciliana Associazione Mediterranea Autobus Storici, è riuscita nell'intento di salvare dalla fiamma ossidrica tre anziani Fiat 418 Cameri, in uso al petrolchimico di Gela, tra i quali è presente la ex matricola 1816 ATAM-TRAM Rimini. Sul parco bus storico serve assolutamente una legge e un centro di coordinamento nazionale, che si occupi della conservazione e trasmissione della memoria delle varie tappe della storia del TPL italiano, sia attraverso restauri funzionali, sia attraverso la raccolta di fotografie e documenti d'archivio dei vari gestori, che magari possa offrire ai cittadini anche dei contenuti digitali su un apposita pagina web, dove poter stabilire un contatto diretto con esperti del settore, dirigenti TPL e appassionati che mettano a disposizione le loro conoscenze e le loro esperienze a riguardo.

Tornando alle nostre considerazioni sul TPL riminese, come detto, la radiazione di Siccar, Alice, Bredabus e Pollicino costituirà un passaggio fondamentale per il trasporto urbano cittadino: infatti, i demolendi autobus sono anche gli ultimi veicoli precedenti all'introduzione nella realtà riminese del pianale ribassato, divenuto ormai un must per i gestori del trasporto pubblico nel mondo; un importante salto di qualità dunque anche verso la completa fruibilità dei mezzi pubblici, che diventeranno davvero alla portata di tutti. Il TPL, quale servizio per la cittadinanza, deve farsi portatore di un messaggio e di un'operazione di inclusione sociale, attraverso gli strumenti che ha a disposizione: certamente a livello pratico il primo step è costituito dall'acquisto di mezzi "low entry" muniti di assistenza per gli utenti con disabilità, attraverso l'impiego di pedane, magari automatiche, per facilitare la salita e la discesa dai bus, ma in seconda istanza bisognerà sicuramente promuovere campagne di solidarietà e di sensibilizzazione in tema di socialità, oltre che garantire un servizio che risponda ad ogni esigenza: gli abbonamenti agevolati, introdotti anche quest'anno da Start in collaborazione con il Comune di Rimini, da sempre in prima linea come ente promotore di simili iniziative, sono certamente un tassello importante di quell'ampio progetto di inclusione sociale che deve naturalmente riguardare anche il mondo del ferro: è di questi giorni infatti la notizia dell'auspicato intervento sulle banchine della stazione ferroviaria di Rimini FS, che presto verranno rialzate fino a 550cm, altezza standard in base ai parametri europei.

Un altro importante elemento è la qualità del servizio stesso, che deve essere espletato secondo fasce orarie ben definite e con materiale rotabile adeguato: una sfida per il futuro del trasporto riminese, che comincia ad entrare nel vivo a partire dal prossimo autunno, quando verrà effettuata la completa sostituzione dei mezzi più anziani per immettere in servizio le ultime novità (se le cose dovessero mettersi male non è escluso un'introduzione anticipata nel corso dell'imminente estate). Il pubblico fruitore dei servizi di trasporto è attirato dalla qualità del mezzo pubblico, che, con i tempi che corrono, arriverà allo stadio di obsolescenza sempre più velocemente e dovrà essere sostituito in maniera più rapida e continua. Per questo preoccupa il disinvestimento statale in termini di trasporto pubblico, che probabilmente renderà il TPL italiano sempre meno competitivo a livello europeo, dove la tradizione del rinnovo continuo è ormai affermata. Un bus nuovo e di qualità attira gli utenti, genera economia per il gestore e costituisce un importante brand per l'azienda, che incentiva la fidelizzazione del cliente e aumenta le probabilità che quest'ultimo voglia usufruire nuovamente del servizio offerto, che stima comodo, sicuro, veloce ed adatto alle sue esigenze. Per tale operazione, che conta nel novero delle attività anche un po' di sano marketing, occorre certamente pianificare in maniera adeguata i servizi, in modo che questi non risultino scarsi o eccedenti e per tale scopo bisogna certamente servirsi anche di indagini ad hoc sul numero di passeggeri in modo da effettuare una statistica e pianificare le attività future; strumento, quest'ultimo, che fa comodo anche in termini di spending review, vista la possibilità di eliminare gli sprechi e reinvestire le risorse risparmiate in altri campi o magari metterle nel salvadanaio per futuri acquisti. Fondamentali saranno le sinergie attuate dai vari enti interessati, per migliorare i servizi e accrescerne la qualità: spiace dunque vedere come il Comune di Coriano si sia tirato indietro nei confronti di questa sfida, abbandonando il tavolo e le quote societarie in Agenzia Mobilità, abbandono a cui hanno fatto seguito anche altre defezioni. Fare squadra resta l'imperativo, senza il quale risulta impossibile realizzare progetti seri, efficaci e di lunga durata.

Altra importante questione è quella dell'ambiente: i nuovi autobus dovranno farsi interpreti di una rinnovata coscienza ambientale che in questo periodo sta animando tutta la città grazie in primo luogo ai cantieri del PSBO, ma anche attraverso le piste ciclabili che favoriscono la mobilità dolce ed ecologica. Questa idea di mobilità dovrà riflettersi negli acquisti per l'area urbana riminese (ovvero gli autobus che sostituiranno l'indimenticabile serie (3)17xx formata da Siccar, Alice e Inbus): come per i Crossway Euro 6 entrati in servizio sulla linea 160, i nuovi urbani di Start dovranno tenere sotto controllo i livelli di emissione del Pm10 e al contempo assicurare efficacia e funzionalità attraverso un motore di nuova generazione che riduca al minimo le ripercussioni negative sulla qualità dell'aria, i cui dati schizzano oltre il limite ogni qualvolta si assiste ad un semplice temporale. La tecnologia consente oggi di realizzare motori con emissioni basse e questa innovazione deve rientrare nei parametri per la valutazione degli acquisti da parte di Start. In questo senso le altre città romagnole, in particolare Ravenna e Forlì, sono molto più avanti di noi: le precedenti gestioni hanno investito fortemente sui mezzi a metano e i risultati, nel tempo, anche a livello di qualità dell'aria, si sono visti. Dunque anche per Rimini è auspicabile un'azione sinergica con le Amministrazioni comunali per definire un piano per l'ambiente che coinvolga tutte le fasce di trasporto e tutte le realtà del territorio.

Ripartire dal passato per un futuro migliore è certamente una priorità per un'area come quella riminese che sta vivendo una profonda fase di innovazione. Il trasporto pubblico urbano deve naturalmente farsi interprete di questo cambiamento promuovendo un nuovo modo di fare e intendere la mobilità: si è cominciato con il piede giusto con l'acquisto dei Crossway; ora bisogna proseguire lungo la strada tracciata e cogliere l'occasione della radiazione dei mezzi Euro 0 ed Euro 1 per implementare la qualità del servizio di trasporto offerto; il che, come abbiamo visto porterà beneficio in tutti i sensi.

Ma salvare Siccar, Alice e gli altri bus si può? Assolutamente sì! Sono sicuramente molte le associazioni di appassionati che farebbero a gara per aggiudicarsi dei mezzi del genere, ma la complicata situazione burocratica certo non aiuta. Magari qualcuno -come molti “apatras” sperano- riuscirà a conservare uno dei mezzi in via di radiazione tramite un accordo con AM come successo per il filobus Mauri (cosa che auspichiamo) e magari tramite questo realizzare un'iniziativa di notevole interesse socio-culturale come un bus turistico che porti il visitatore a coniugare la bellezza di un viaggio su un mezzo storico a un'esperienza del territorio e delle varie iniziative proposte. Come ci hanno dimostrato la Fondazione FS o, senza andare troppo lontano, Adriavapore -Associazione Treni Storici Emilia-Romagna, organizzare manifestazioni del genere con un discreto successo si può: basta crederci! Ma devono crederci tutti, AM e Start in primis, oltre alle imprese e al Comune. Ricordare il passato è il miglior slancio verso un futuro migliore, come ricorda il motto “tradizione e innovazione”: ed è grazie a quel passato che oggi Rimini può essere responsabile di fronte ad un scelta tanto importante, che segnerà il futuro del trasporto pubblico per i prossimi trent'anni. Anche i Siccar, gli Alice, il Bredabus, i Pollicino e i Fiat 370, a suo tempo, sono stati una scelta di qualità, che ha premiato l'allora ATAM (FP poi FER nel caso dei “corrieroni”) e ha supportato successivamente TRAM. Trent'anni non sono pochi per un autobus: poniamoci dunque come cittadinanza un punto fermo dal quale partire, ovvero quello di garantirci per i prossimi tre decenni un servizio pubblico all'altezza delle aspettative turistiche e all'altezza delle buone norme del viver civile, quali il rispetto per le diverse categorie sociali e verso l'ambiente. Allora ATAM e FP si fecero interpreti di quel cambiamento con degli acquisti di qualità; concentriamoci dunque nel proseguire su questo importante solco, tenendo conto dei moderni strumenti a nostra disposizione e delle nuove tecnologie sviluppatesi nel corso di questi trent'anni.

Per finire, vediamo una piccola galleria che riassume in breve la storia di questi importantissimi veicoli del trasporto pubblico:

Uno dei quindici CAM Siccar 177/04 LU ancora in servizio: i mezzi furono acquistati tra il 1985 e il 1988, per andare a sostituire un variegatissimo ventaglio di vetture, costituito principalmente da autobus Menarini. Insieme agli Inbus hanno segnato la storia del TPL urbano, espletando le più importanti linee quali 4, 9, 11 (tabelle non elettriche), 18, 19, 124, 125 oltre ai servizi discoteche Blue Line introdotti grazie all'Ing. Ercole Fabbri nel 1986. Dopo 30 anni di onoratissimo e intenso servizio, si preparano per il definitivo accantonamento estivo, finito il quale non rientreranno più in servizio.

Dopo la demolizione della matricola 31758, sono due i CAM Alice Siccar 286.21 NU circolanti nel territorio riminese. Autobus urbani corti (10m rispetto ai 12m dei Siccar), hanno espletato in maniera continuativa le linee di collegamento tra l'area urbana e il territorio circostante (3, 7 e 16 su tutte) ma anche alcune importanti autolinee urbane come le due circolari. Spesso devoti anche al servizio scolastico, rappresentano gli ultimi acquisti da parte di ATAM: furono infatti immatricolati a inizio 1991.

Pezzo unico del parco riminese è invece il bus extraurbano costruito dal consorzio Bredabus, nato dalle ceneri di Inbus (tra le aziende facenti parte dei due consorzi c'era anche Siccar). Il Bredabus Breda 3001.12 Siccar 286.21LS è stato anch'esso acquistato nel 1991. Dopo una lunga permanenza nell'ambito riminese, il bus è passato sotto la competenza del deposito di Riccione, per il quale sta espletando attualmente numerose corse in orario scolastico di fondamentale importanza per il trasporto degli studenti, ma talvolta anche la linea costiera 125.

I piccoli Iveco 49.12 Autodromo Pollicino 35P e New 35P hanno una storia del tutto particolare: acquistati come successori degli antenati 20P a una porta per l'espletamento del servizio “Rimini per tutti” dedicato al trasporto disabili (oggi gestito da La Romagnola), i Pollicino hanno finito per sbarcare sulle linee urbane e non solo. Celeberrimi sono rimasti i loro turni sulla linea 1, della quale sono diventati simbolo incontrastato, ma altrettanto importanti sono stati i loro servizi sulle linee collinari, come ad esempio la 15. Oggi sono scarsamente utilizzati, ma c'è ancora spazio per impiegarli come scorta neve in Valmarecchia, come recentemente successo. Nella prima foto vediamo il Pollicino versione New 35P, mentre nella seconda il più anziano 35P.


Passando ai corrieroni “padani”, re incontrastati e simboli del trasporto pubblico in Valmarecchia, ecco il Fiat 370.12.L25 esposto al Matrioska Lab Store presso il parcheggio ex Padane in data 31 maggio 2015. Il parcheggio sino al 2012 è stato il deposito di Ferrovie Emilia-Romagna, ex proprietaria del bus, avuto in dote da Ferrovie Padane nel 2001. L'area è stata anche sede del capolinea ferroviario della linea Rimini-Novafeltria, sostituita dagli autoservizi gestiti proprio da FP e poi passati a FER. Di seguito un'altra foto di un 370 ancora in esercizio.


Iveco 370S.12.30 in servizio lungo Via Bastioni Orientali, mentre espleta la linea 169 Santarcangelo-Torriana prolungata a Rimini per il servizio scolastico. Questi mezzi rappresentano la versione più moderna dei 370: Ferrovie Padane li ha immatricolati sul finire del 1988.

Iveco 370S.12.30/T Orlandi Domino GT in servizio su una delle tante linee scolastiche riminesi, contrassegnate ognuna da una lettera dell'alfabeto. Il bus, nonostante le sue caratteristiche spiccatamente adatte alle lunghe distanze (non a caso si tratta di un Gran Turismo), negli ultimi anni, a causa di problemi tecnici, è stato relegato al servizio scolastico urbano. Le forme, come si vede, sono ancora più moderne di quelle dei precedenti colleghi: il bus infatti è stato immatricolato nel 1991 ed è il più recente del parco 370 ex FER giunto a Start.


Concludiamo con un elenco dei mezzi in via di sostituzione, allegando anche l'anno di immatricolazione (le vetture sono tutte appartenenti alla categoria Euro 0):
30019
Iveco 49.12 Autodromo Pollicino New 35P
1997
30021
Iveco 49.12 Autodromo Pollicino 35P
1988
31716
CAM Siccar 177/04 LU
1985
31717
CAM Siccar 177/04 LU
1986
31718
CAM Siccar 177/04 LU
1987
31719
CAM Siccar 177/04 LU
1987
31720
CAM Siccar 177/04 LU
1987
31721
CAM Siccar 177/04 LU
1987
31722
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31723
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31724
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31725
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31726
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31727
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31728
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31729
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31730
CAM Siccar 177/04 LU
1988
31756
CAM Alice Siccar 286.21 NU
1991
31757
CAM Alice Siccar 286.21 NU
1991
33101
Bredabus Breda 3001.12 Siccar 286.21LS
1991
34134
Fiat 370.12.L25
1985
34136
Fiat 370.12.L25
1986
34171
Iveco 370S.12.30
1988
34172
Iveco 370S.12.30
1988
34175
Iveco 370S.12.30/T Orlandi Domino GT
1991

Dopo aver visto i mezzi in via di sostituzione non si può non dare uno sguardo ai nuovi Crossway Euro 6 di Start Romagna.

Di seguito due dei nuovi CrosswayLE Euro 6 di Start Romagna, entrati in servizio in data 08/01/2016. I mezzi in versione lunga (12m) svolgono regolarmente servizio sulla linea 160, mentre quello più corto (10m, matricola 34061) espleta varie linee nella zona di Santarcangelo e Verucchio, oltre ad alcuni servizi scolastici.

(Foto Newsrimini.it)

In allegato la scheda degli IvecoBus Crossway:
34061
IvecoBus CrosswayLE Euro 6 10,8m
2015
34221
IvecoBus CrosswayLE Euro 6 12m
2015
34222
IvecoBus CrosswayLE Euro 6 12m
2015
34223
IvecoBus CrosswayLE Euro 6 12m
2015

3 commenti:

  1. Ottima documentazione!!

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  2. Ottima documentazione!!

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  3. Grazie! Il tutto è reperibile su Internet e presso gli appassionati; non c'è una parola mia in questa mini-analisi, paradossalmente!

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